Esportazioni padovane da record, in un anno mezzo miliardo in più

Nel 2023 le imprese euganee hanno esportato il 4,15 per cento in più rispetto all'anno precedente

lunedì 22 luglio 2024 di Serena De Salvador
Esportazioni padovane da record, in un anno mezzo miliardo in più

PADOVA - L’export padovano segna cifre da record, che brillano soprattutto se confrontate con quelle – assai più modeste – registrate a livello regionale e nazionale. Le esportazioni delle ditte euganee nel 2023 hanno infatti toccato un risultato mai raggiunto prima: +4,15% rispetto all’anno precedente. Un balzo in avanti importante, con un netto 59% in più in dieci anni e che costituisce oggi il 38% del Pil (Prodotto interno lordo) della provincia. Ad analizzare questi dati è Fabbrica Padova, il centro studi di Confapi che ha preso in esame la situazione a partire dall’annuario statistico di Istat-Ice 2024 pubblicato in questi giorni.

Padova quarta in Veneto per l'export

Dal generale al particolare. L’export italiano, in un contesto di commercio mondiale negativo, sostanzialmente tiene e l’Italia è il sesto Paese tra i principali operatori all’estero, con esportazioni del valore di 626 miliardi di euro e un +0,2% sul 2022. Frena invece in Nordest (con il Friuli Venezia Giulia a -13,7%) e pure il Veneto, che nonostante la lieve regressione (-0,3%) si conferma terza regione in Italia con 82 miliardi di esportazioni. In questo contesto spicca netta la controtendenza di Padova con il suo +4,15%. Per valore assoluto la provincia euganea è quarta in Veneto (dietro a Vicenza con 23 miliardi di euro di esportazioni nel 2023; Verona con 15 miliardi; Treviso con 16 miliardi) ma la sua crescita è un exploit unico.

In dodici mesi si è infatti passati da 12,979 miliardi di esportazioni a 13,518. Dieci anni fa la cifra si fermava a 8,506 miliardi: un +59%. Considerando che il Pil padovano si attesta sui 35,6 miliardi, il 38% è generato proprio dal commercio con l’estero, una percentuale superiore a quella nazionale. Secondo i dati di Fabbrica Padova, per le imprese padovane resta determinante la voce relativa alla fabbricazione di macchinari e apparecchiature, che alimenta un volume di esportazioni pari a 4,29 miliardi (3,98 nel 2022), seguita dai prodotti delle altre industrie manifatturiere (1,35 miliardi) e da quelle relative ai prodotti della metallurgia (in contrazione da 1,60 miliardi a 1,27). Per quanto riguarda i Paesi di sbocco, quello in cui si esporta di più è la Germania con 1,85 miliardi (nel 2022 erano 1,75). Segue la Francia, verso la quale le merci vendute nel 2023 assommavano 1,64 miliardi, e poi gli Stati Uniti, a cui sono destinati prodotti per 1,24 miliardi. Nel complesso, l’Unione Europea incide sul totale delle esportazioni padovane per quasi 8 miliardi.

Diversificare i mercati

«Nella situazione di assestamento che caratterizza l’export italiano, è stato premiato chi, come le aziende padovane, ha saputo diversificare i mercati di riferimento, promuovendo un Made in Italy di qualità – commenta Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova –. Uno sforzo corale in cui le associazioni di categoria come la nostra hanno un ruolo di primo piano nell’indicare la rotta alle ditte. I mercati occidentali, al riparo dalle crisi geopolitiche, si dimostrano trainanti per l’export padovano, ma, in generale, vediamo come diversificare i mercati sia importante. In generale tutta Italia registra una crescita nelle esportazioni rispetto al 2019, ultimo anno pre-Covid, di 30 punti percentuali e di 60 rispetto al 2013».
«Negli scorsi mesi abbiamo dovuto fare i conti con un quadro generale che ha impedito un po’ a tutte le imprese di osare – chiude Valerio –. Pensiamo ai prezzi delle materie prime, alla debolezza di alcuni importanti partner economici come la Germania, alle tensioni internazionali. Eppure abbiamo saputo reagire. E potremmo farlo con ancora maggiori energie. Le imprese italiane manifatturiere che potrebbero esportare ma non lo fanno sono 45mila. Portarle sui mercati esteri aumenterebbe l’export manifatturiero del 7%, 45 miliardi. Ci sono margini di crescita evidenti».

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