Così Vo' congelò il Covid e Codogno lo fece esplodere

Venerdì 22 Aprile 2022 di Angela Pederiva
Così Vo' congelò il Covid e Codogno lo fece esplodere
2

La storia non si scrive né con i ma, né tanto meno con i se. Ma è difficile non pensare a come sarebbe potuta andare la storia del Covid, se anche in Lombardia il Coronavirus fosse stato bloccato come in Veneto...

Suggestioni dalla lettura dello studio, appena pubblicato su Nature, che ricostruisce l'origine e l'evoluzione dell'emergenza sanitaria in Italia e in Europa, evidenziando il peso del focolaio che ha incubato la pandemia.


GLI AUTORI


Figurano anche diversi veneti, di nascita o di accademia (Università di Padova), tra gli autori di Filogeografia e epidemiologia genomica di Sars-CoV-2 in Italia e in Europa con genomi italiani recentemente caratterizzati tra febbraio e giugno 2020 (la traduzione è nostra): Andrea Crisanti, Stefano Toppo, Enrico Lavezzo, Laura Manuto, Marco Grazioli, Federico Bianca, Claudia Del Vecchio, Elisa Franchin, Francesco Onelia. «La pandemia di Covid-19 osservano rappresenta una sfida senza precedenti per la salute pubblica globale, con la continua comparsa di nuove varianti genetiche del virus e le relative implicazioni, come il loro potenziale aumento di patogenicità o trasmissibilità». È stato proprio seguendo a ritroso il percorso delle mutazioni, al ritmo di circa un paio al mese, che gli esperti sono risaliti ai due canali (introduzioni, nel linguaggio scientifico) attraverso cui il Covid è sbarcato in Occidente: l'uno a Vo', in provincia di Padova, con il ceppo B; l'altro a Codogno, dalle parti di Lodi, con il ceppo B.1.


I FLUSSI


Ecco allora i due distinti flussi filogeografici, provenienti «molto probabilmente» dalla Cina, individuati intorno al 20-21 febbraio 2020. Spiega la ricerca: «Il primo percorso riguarda il ceppo B, che è stato introdotto in Veneto dando origine ad un focolaio che apparentemente è scomparso in quella regione entro la prima metà di marzo. Il secondo modello ha coinvolto il ceppo B.1, che sembra sia entrato in Lombardia e da lì si sia diffuso in altre regioni italiane, principalmente del Centro (ad esempio Marche, Abruzzo) e del Nord Italia (ad esempio Emilia Romagna, Veneto). Questa osservazione è in accordo con i dati epidemiologici che mostrano l'effettiva soppressione dell'esplosione di Sars-CoV-2 in Veneto nei primi tempi dell'epidemia a causa di un approccio completo, altamente efficace, di tamponi e tracciamento e di lockdown locali». Gli scienziati sottolineano dunque il ruolo dei test di massa e della zona rossa, attuati subito a Vo', nello spegnimento del primo focolaio veneto di B, in quanto «le misure di distanziamento sociale hanno congelato la catena di trasmissione e a loro volta hanno spento l'evoluzione virale».


I RIMBALZI


Diversa è stata invece la vicenda lombarda, dove la prima miccia è rimasta accesa, innescando un incendio che si è via via propagato al resto d'Italia. A rivederli adesso, i rimbalzi del virus da una regione all'altra assomigliano alle traiettorie di un flipper impazzito: B.1 si estende al Veneto, al Friuli Venezia Giulia, all'Emilia Romagna, alle Marche, al Lazio, alla Puglia e all'Abruzzo, dove il virus muta ancora diventando B.1.1, pronto a saltare indietro verso la Puglia, la Sardegna, la Lombardia e il Veneto, ma anche il Piemonte, dove si evolve ulteriormente e si trasforma in B.1.1.1. Ormai siamo all'11 marzo 2020: l'epidemia sta dilagando, tanto che scatta il lockdown nazionale. «Sulla base della nostra ricostruzione annotano gli autori dello studio le iniziali introduzioni multiple sporadiche del ceppo B in Italia si sono verificate almeno dalla seconda metà di gennaio 2020 e sono rimaste relativamente confinate. Successivamente, nel mese di febbraio la mutazione D614G è entrata nel Nord Italia diffondendosi rapidamente al resto dell'Italia e dell'Europa, determinando un diverso profilo epidemiologico dell'epidemia italiana, da allora sostenuta solo dal ceppo B.1 e dai suoi discendenti». Così è andata la storia, senza ma e senza se.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci