L'allarme dell'Azienda ospedaliera: il virus ora attacca i cinquantenni

Giovedì 26 Agosto 2021 di Mauro Giacon
L'allarme dell'Azienda ospedaliera: il virus ora attacca i cinquantenni

PADOVA Il virus va all’attacco dei cinquantenni. È questa la fascia d’età che risulta maggiormente contagiata nell’ultima settimana secondo i tamponi eseguiti dall’Azienda ospedaliera. Ed è sempre questa l’età media che caratterizza i pazienti in terapia intensiva.
È il dato saliente della progressione del virus che in linea generale mostra un territorio in controtendenza rispetto ai numeri regionali.

Solo ieri il diagramma dei contagi nelle ultime 24 ore riportava 167 casi, quando il giorno prima erano 65, ma con una media, nelle settimane precedenti, intorno ai cento. È il numero più alto dall’1 di luglio. Tocca un nuovo picco anche il numero dei casi positivi (risultante dei guariti e dei nuovi infetti) arrivato ieri a 2105.


I TAMPONI
Sono tutti numeri illustrati ieri dal direttore dell’Azienda ospedaliera Giuseppe Dal Ben il quale ha rilevato come la curva sia molto simile ad altri andamenti già rilevati in precedenti ondate. Una piccola consolazione è il tasso di contagio per 100mila abitanti che è sceso da 78 a 63.
Il campione rilevato dai tamponi è assolutamente attendibile visto che ne sono stati fatti 6.143. I nuovi casi riscontrati sono stati 166, il 2,7 per cento.
Ebbene come si vede in tabella per la prima volta la fascia 45-65 anni ha superato in percentuale quella dei giovani che finora erano i più colpiti. È evidente che la sensibilizzazione al vaccino sta dando i suoi frutti nei ragazzi mentre lo zoccolo duro degli esitanti adulti non si scioglie e qualcuno ne sta pagando le conseguenze.


PRONTO SOCCORSO
Lo dimostra un altro numero, gli accessi al pronto soccorso. Su 2.545 sono stati 162 i casi sospetti. Di questi 104 per bambini, altri 58 per gli adulti. Ma mentre i bambini sono risultati positivi in 4 e ci sono stati 2 ricoverati, per gli adulti siamo arrivati a 31 positivi e 14 ricoveri. Cioè uno su due aveva il Covid.


RICOVERI
Che la situazione stia evolvendo verso una progressione più marcata lo dimostra il numero di presenze nei reparti, ovvero il giro fra ingressi e uscite che nell’area medica quella del reparto normale da 89 della settimana precedente è passato a 142. Poi ci sono state 14 presenze in pediatria e 44 in terapia intensiva: in totale 200 persone. Ieri i ricoveri erano 29: di questi 19 agli Infettivi e 2 in Ostetricia (due donne incinte non vaccinate), 1 in pediatria e 7 in terapia intensiva.


LA RIANIMAZIONE
La circostanza più delicata riguarda proprio questa tipologia. Intanto in corsia la media degli anni è di 65. Dei presenti 14 non sono vaccinati, 4 hanno ricevuto due dosi e 1 una prima dose. I vaccinati però hanno altre patologie compromissorie. In terapia intensiva la media è di 61 anni. Sei sono i non vaccinati e 1 è vaccinato, ma anche qui con patologie importanti pregresse. È importante notare la scansione delle età: 46 anni, poi 53,57,57,62,78,79. I cinquantenni non vaccinati sono la classe più a rischio


I MONOCLONALI
Ennesimo appello del direttore generale Dal Ben, per chi volesse sottoporsi alla cure con questa tipologia. «Ricordo che la cura va fatta nei primi giorni dai sintomi e che l’Aifa ha tolto qualsiasi limitazione sopra i 12 anni e i 40 chili di peso».


LE SOSPENSIONI
Il dg ha riferito che sono saliti ad otto i casi di dipendenti che sono stati sospesi. «Sono 6 infermieri e due operatrici sanitarie. Abbiamo anche una dottoressa che stiamo convincendo. Non sappiamo ancora però quanti siano i nostri dipendenti da fermare, perchè gli elenchi ci vengono forniti mano a mano dall’Ulss 6 che è deputata a fare le verifiche. Sul fatto che sarebbero oltre 3mila i sanitari non ancora vaccinati dico che se fossero anche tre sarebbe già grave... Io penso che ogni persona che lavora in questo settore dovrebbe avere nel suo dna una particolare predisposizione alle misure di prevenzione».
 

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