PADOVA - Quando gli "zii" salvano la vita. È la Ulss 6 Euganea che ha raccontato l'ultima storia, proprio nella Giornata internazionale degli zii e delle zie (26 luglio), che riguarda l'amore di Sveva e Cecilia e della loro famiglia che hanno contribuito a fare la differenza.
La storia
«Alla prima ecografia ci siamo sentiti dire che l'unica certezza era la presenza nella camera gestazionale di un solo fagiolino, nella seconda ecografia il quadro veniva stravolto dalla presenza di un secondo fagiolino, tra lo stupore di mamma, papà e ginecologa - si legge in un post sui social nella pagina ufficiale della Ulss, che ha raccolto il racconto di una donna - Il verdetto è gravidanza gemellare monocoriale biamniotica, gravidanza a rischio per definizione». In quello stesso momento ricco di emozioni positive, arriva la voce fuori campo della dottoressa che annuncia che c'è qualcosa che non va nel nuovo feto un ispessimento anomalo della translucenza nucale.
«Avevo scelto l'ospedale di Camposampiero per farmi seguire in tutto il percorso, ma ci siamo ritrovati catapultati all'ospedale Buzzi di Milano in fretta e furia. Si pensava a qualcosa di genetico e quindi abbiamo fatto prima il dna fetale e poi l'amniocentesi: tutto negativo, non c'è nulla di genetico. Al Buzzi la diagnosi non tarda ad arrivare: tetralogia di Fallot severa, una patologia cardiaca. Il rientro a casa è stato complicato, ci danno due possibilità: continuare con la gravidanza oppure optare per l'interruzione selettiva. Dopo giorni terribili e notti insonni decidiamo di sentire tutte le campane e da Milano ci spostiamo a Padova, dove il meraviglioso team della dottoressa Veronese e quello della cardiologia pediatrica ci hanno illuminati grazie al grande amore e alla passione che mettono in quello che fanno».
La decisione
Poi è arrivata la decisione: «I cardiologi ci dicono che loro sono capaci di portare tutto a termine, che la malformazione c'è, è severa, ma ci dicono anche che sono in grado di sistemare il cuoricino difettoso della nostra Sveva prosegue la donna Iniziamo i controlli serrati, ogni venerdì siamo in ospedale per l'ecografia di controllo: Cecilia sempre buona e nella stessa posizione, Sveva in una posizione sempre diversa».
Alle 17:30 dell'8 maggio la decisione di procedere con taglio cesareo d'urgenza. A 33 settimane sono nate Sveva e Cecilia. Entrambe vengono intubate, ma Cecilia due settimane dopo va a casa. Sveva invece rimane in ospedale fino a metà luglio: «Tutte le zie e gli zii della terapia intensiva neonatale di Padova si sono presi cura delle nostre piccole come fossero le loro» chiude.