Colpi di calore e West Nile, anziani e bambini finiscono al pronto soccorso per l'afa

In città si sono superati più volte i 40 gradi

mercoledì 14 agosto 2024 di Serena De Salvador
Caldo

PADOVA - La morsa del caldo non accenna a liberare il Padovano, con temperature che negli ultimi giorni hanno più volte superato i quaranta gradi. E anche il resto di questa settimana promette di assestarsi sulla stessa linea. Una situazione che inevitabilmente ha anche risvolti sulla salute, in particolare per le persone fragili, gli anziani e i bambini. Sono infatti queste le categorie più esposte agli effetti delle alte temperature, che tuttavia portano con se anche rischi secondari, come le malattie virali legate alla proliferazione delle zanzare, che con il caldo e l'umidità aumenta. Sul fronte degli effetti del caldo estremo i pronto soccorso degli ospedali padovani seguono appositi protocolli e ogni giorno si registrano accessi di persone che accusano sintomi da colpi di calore e disidratazione. Non si è però in una fase di emergenza: i numeri sono infatti in linea con quelli degli anni passati e piuttosto contenuti, anche riguardo la gravità dei casi. Per quanto invece riguarda le malattie virali trasmesse dalle zanzare si contano da inizio estate undici contagi da West Nile con persone che hanno sviluppato sintomi febbrili e in alcuni casi neurologici.

Tra essi c'è anche una vittima, un 86enne di Candiana, mentre altri tre uomini sono ricoverati in condizioni serie.

Colpi di calore

Per quanto riguarda coloro che si rivolgono ai pronto soccorso territoriali per disturbi riconducibili alle alte temperature, sia in Azienda Ospedaliera (ospedale giustinianeo e Sant'Antonio) che nelle strutture dell'Ulss 6 (Cittadella, Schiavonia, Piove di Sacco, Camposampiero) la situazione è giudicata sotto controllo. Si registra il ricovero precauzionale di alcuni anziani, ma in numero e condizioni non gravi. I dati generali sugli accessi in pronto soccorso (per tutte le tipologie di richiesta di cure) sono in linea con quelli del 2023: sono in media 390 al giorno nelle strutture dell'Azienda ospedaliera, cui se ne aggiungono circa 70 giornalieri al pronto soccorso pediatrico di via Giustiniani, entrambi in lieve aumento nei fine settimana; negli ospedali dell'Ulss sono invece circa 450 al giorno. Il colpo di calore provoca debolezza, nausea, nei casi peggiori febbre e svenimenti. Per evitarlo è essenziale la prevenzione, che passa soprattutto per gesti arcinoti e quasi scontati, ma che si rivelano importantissimi. Tra questi l'evitare di uscire nelle ore più calde, il tenere in casa gli infissi chiusi e le tapparelle abbassate nelle ore più calde, l'indossare indumenti leggeri e in materiali naturali e traspiranti, il coprirsi il capo quando si sta sotto al sole e il bere molta acqua per mantenersi idratati. Particolare attenzione va poi dedicata a neonati e lattanti, che risentono particolarmente delle alte temperature, come spiega la dottoressa Virginia Carlini, direttore dell'Unità operativa complessa di Pediatra degli Ospedali Riuniti Padova Sud. «Hanno più difficoltà a termoregolarsi, quindi vanno portati fuori solo nelle ore meno calde e mai esposti al sole diretto - precisa -. Vanno usati indumenti chiari, leggeri e naturali, con gli arti scoperti e sempre un cappellino. E poi attenzione alle punture di insetti: meglio evitare i repellenti sulla cute e preferire zanzariere».

I virus

Resta invece stazionaria ma attentamente monitorata dalle autorità sanitarie la situazione delle arbovirosi, malattie virali trasmesse da morsi e punture di insetti come le zanzare, i pappataci e le zecche. Quest'estate al momento si è registrato un caso di febbre Dengue a Padova, all'Arcella, in una donna rientrata da un viaggio a Cuba a fine luglio: nelle vie limitrofe sono state condotte le disinfestazioni previste dalla normativa regionale e il caso è rientrato senza ospedalizzazione. Sono invece 11 finora i casi rilevati di West Nile. I primi quattro erano emersi tra il 25 e il 30 luglio tra la Bassa padovana e il Piovese con quattro uomini, tutti con più di cinquant'anni, ricoverati con sintomi neurologici e meningoencefaliti che ne hanno richiesto il ricovero in terapia intensiva. Uno di loro, l'86enne Gabriele Brazzo di Candiana, è poi deceduto il 27 luglio. Dall'inizio di agosto sono invece emersi due distinti focolai, uno a Saonara e uno a Padova. Il primo è quello che conta i casi più gravi, ossia due uomini di 77 e 80 anni che si trovano ancora ricoverati in condizioni gravi. Il cluster nel capoluogo invece conta cinque pazienti infetti che sono dovuti ricorrere a cure mediche e che vivono tra i quartieri Forcellini, Crocefisso, Santa Rita e Sacra Famiglia. L'Ulss 6 lo ha individuato come cluster (focolaio) perché, pur essendo tutte persone di nuclei familiari diversi, risiedono a meno di due chilometri l'una dall'altra. Sono due donne e tre uomini: un'anziana era stata ricoverata a scopo precauzionale, mentre gli altri pur avendo avuto sintomi febbrili sono stati curati a domicilio. 

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