Calcio Padova. Bruno Caneo appeso ai prossimi 90 minuti: è l'ultima chance

Dopo la sconfitta con il San Giuliano sono seguite ore di riflessione da parte del presidente Alessandra Bianchi e del direttore sportivo Massimiliano Mirabelli

Venerdì 2 Dicembre 2022 di Pierpaolo Spettoli
Bruno Caneo, ultima possibilità per il ct del Calcio Padova

PADOVA - La società rinnova ancora la fiducia a Caneo sperando domenica con il Trento in una reazione della squadra altrimenti difendere il tecnico sarà più difficile. Dopo la sconfitta con il San Giuliano sono seguite ore di riflessione da parte del presidente Alessandra Bianchi e del direttore sportivo Massimiliano Mirabelli, che si sono interfacciati con il patron Joseph Oughourlian dato che a lui spetta l'ultima parola su ogni decisione. Per il momento l'input è dare un'altra possibilità a Caneo nell'auspicio che non la fallisca.

Sulla questione bocche cucite ieri dalla società, ma oggi dovrebbe dire la sua il presidente Bianchi in occasione dell'inaugurazione del Temporary Store biancoscudato alle 18 in piazza dei Signori mentre domani sarà la volta di Mirabelli che alla vigilia della partita con il Trento parlerà al posto di Caneo.

Certezze smarrite

Sono diverse le cause della metamorfosi biancoscudata che dopo un avvio promettente con quattro successi di fila (Vicenza, Juve Next Gen, Pro Patria e Pordenone) seguenti all'esordio amaro di Vercelli, si è via via intristita smarrendo certezze, identità, entusiasmo e soprattutto risultati tanto da sprofondare sempre di più verso il baratro della classifica dove occupa il quindicesimo posto. Otto punti nelle ultime undici gare sono una media di 0,72 a gara che porta dritto in serie D se si va avanti di questo passo: scenario impensabile all'inizio di un campionato nel quale, al netto di un leggero ridimensionamento nel budget che è comunque il quinto (5.666.203 euro) tra le sessanta squadre di serie C, il club è voluto partire a fari spenti senza fare proclami covando però sotto sotto l'ambizione di lottare per la promozione e comunque vivere una stagione da protagonista che rappresenta il minimo per una piazza come Padova. Niente di tutto questo con la squadra diventata l'ombra di quella ammirata nel filotto di successi che si è rivelato illusorio. La dura realtà dei fatti è certificata dai numeri e dalla constatazione di un gioco per lo più confusionario nel quale i giocatori sembrano come pesci fuori d'acqua salvo qualche sprazzo qua e là.

Cosa non va

Sedici reti subite e nove fatte. Basta questo saldo negativo relativo alle ultime undici giornate per spiegare i mali del Padova che cade e ricade sempre in errori individuali o amnesie difensive, e davanti non vede la porta. Emblematica la gara con il San Giuliano con l'erroraccio di Valentini a servire un assist per Miracoli e davanti neppure una conclusione in porta. Uno svarione sempre di Valentini era costato la sconfitta con il Renate domenica scorsa: beninteso, non si vuole gettare la croce addosso all'argentino, ma se il capitano e il giocatore più carismatico della difesa commette disattenzioni frutto probabilmente di una scarsa tranquillità, vuole dire che anche gli altri compagni hanno perso la bussola e vanno costantemente in affanno dinnanzi agli attacchi avversari. L'attacco poi non segna: tolto Liguori (sei sigilli), il resto del reparto non è praticamente pervenuto. Su tutti De Marchi, reduce dalla promozione di un anno fa con il Sudtirol a scapito proprio del Padova e capace di andare a segno solo nel 2-0 di Trieste nell'unica vittoria delle ultime undici gare. Quanto al centrocampo corre tanto, ma spesso a vuoto. D'accordo l'altra sera l'assenza di Dezi come equilibratore del gioco, ma anche con l'ex Venezia le cose non sono andate per il meglio. Radrezza ha finalmente avuto la possibilità di fare ricredere il tecnico, mercoledì sera ha giocato male il jolly finendo per naufragare con il resto della squadra. E neanche il passaggio dal 3-4-2-1 al 3-5-2 nell'ottica di dare maggiore compattezza ha dato gli esiti sperati.

Caneo chiama simpaticamente i nostri amici i quattro giocatori fuori lista che puntualmente chiama in causa in Coppa Italia: Monaco, Busellato, Terrani, Bifulco. Anche la loro gestione da parte del club lascia più di qualche perplessità tanto più che la loro presenza all'interno dello spogliatoio quasi da separati in casa rappresenta un'altra anomalia. 

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