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di Marco Aldighieri
PADOVA - Non c’è pace per la famiglia di Antonio Benvegnù: la prima vittima delle cosiddette valvole “killer”. Il tecnico della Telecom aveva 52 anni ed era stato operato il 12 febbraio del 2002 dal professore Dino Casarotto. È morto undici giorni più tardi, il 23 febbraio, mentre era in convalescenza a casa. Ma i suoi familiari non hanno ottenuto giustizia nè in sede penale e nè in sede civile. Motivo, il giudice del Tribunale civile ha dato ragione all’Azienda ospedaliera perchè le valvole cardiache avevano il marchio Ce. Così dopo la moglie di Benvegnù, la cartella esattoriale dell’Agenzia delle Entrate è arrivata anche a sua figlia Caterina, che dovrà risarcire l’ospedale con 90 mila euro: i soldi della provvisionale più gli interessi maturati, incassati come risarcimento danni per la morte del padre.Venerdì 16 Marzo 2018, 06:30