"Allah Akbar" e minacce ai passanti: all'arrivo dei poliziotti si lancia nel Piovego per fuggire. Espulso

Venerdì 15 Dicembre 2023 di Serena De Salvador
Padova, monumento alle Torri Gemelle

PADOVA - Due espulsioni sono scattate nelle scorse ore nei confronti di due uomini stranieri gravitanti sul Padovano. Si tratta del 33enne pakistano che lo scorso luglio minacciò con un coltello due passanti al grido "Allah Akbar" davanti al monumento dell'11 settembre e di un 50enne albanese che nel 2013 nel Trevigiano aveva accoltellato il cognato.


LA SCENATA
L'espulsione del 33enne pakistano è stata resa nota ieri dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che ha fatto sapere del provvedimento che ha colpito dieci gambiani e cinque pakistani.

Era stato arrestato la sera del 1 luglio dalla polizia dopo un rocambolesco intervento in via Giotto, seguito alla segnalazione terrorizzata di due passanti che se lo erano visto parare davanti con un coltello in pugno. All'arrivo dei poliziotti l'asiatico, visibilmente alterato, si era gettato nelle acque del Piovego per tentare di sfuggire alla cattura e aveva poi provato a scappare in via del Carmine. Inoltre aveva fracassato a terra una bottiglia di vetro, scagliandola contro gli agenti. Ammanettato, era stato posto per qualche ora sotto sorveglianza in ospedale. Gli sono stati contestati i reati di minaccia a pubblico ufficiale, porto abusivo d'arma bianca e getto pericoloso di cose. Sono stati sottoposti a sequestro i due coltelli di cui il pakistano ha cercato di disfarsi.


L'AGGRESSIONE
Il 50enne albanese Hector Mengjezi è invece stato espulso e rimpatriato come alternativa alla detenzione nel carcere Due Palazzi, dove stava scontando una condanna. A scortarlo a Verona, dove è stato imbarcato su un volo alla volta di Tirana, sono stati gli agenti della questura. Non potrà ritornare in Italia per dieci anni. Risultava irregolare in Italia: vi era approdato nel 2002, riuscendo a regolarizzarsi grazie alla sanatoria. Aveva così ottenuto un primo permesso di soggiorno più volte rinnovato fino al 2013. Quell'anno si è verificato l'episodio che gli è poi valso una condanna per lesioni gravi e aggravate. La sera del 2 ottobre 2013, nell'appartamento di Mogliano (Tv) dove risiedeva con la moglie, la sorella e il fidanzato di quest'ultima, aveva aggredito il cognato, all'epoca 24enne. Al culmine dell'ennesima lite aveva impugnato un coltello da cucina conficcandoglielo nel ventre. Il ragazzo era stato ricoverato in gravi condizioni, ma non in pericolo di vita: per questo l'iniziale accusa di tentato omicidio era stata derubricata in lesioni gravi. Il 50enne era stato arrestato e incarcerato. Nel tempo aveva poi maturato altri precedenti penali per furto, ricettazione e guida senza patente.

Ultimo aggiornamento: 09:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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