PADOVA - È mancato, all'età di quasi 93 anni, il professor Alberto Peracchia, chirurgo d'eccezione che ricoprì, non a caso, numerosi incarichi di prestigio sia all'interno dell'ateneo patavino e sia nel mondo della medicina internazionale.
Gli incarichi e la fama
Aveva una grandissima capacità comunicativa, che gli ha aperto le porte per grandi successi accademici internazionali e per il raggiungimento di ruoli importanti nel contesto Padovano, come la Presidenza dell'Ordine dei Medici, la Presidenza del Corso di Laurea in Medicina, la carica di Prorettore ed in quello internazionale, come la presidenza della European Surgical Society. A Padova aveva coltivato molte belle amicizie e diceva che il periodo padovano era stato il più bello della sua vita.
«La sua fama chirurgica - continua Ancona - è stata determinata in particolare dallo sviluppo della ricerca e della chirurgia nel settore delle malattie dell'esofago, e moltissimi chirurghi vennero dall'estero a visitare il suo reparto, prima all'ospedale Busonera, poi al Policlinico di Padova e quindi di Milano. Si dava con generosità ad amici, colleghi e pazienti anche se talora emergeva Il suo carattere "fumantino" che gli ha a volte alienato la simpatia di altri chirurghi italiani e ciò, unitamente alla sua mancanza di diffidenza, contribuì a precludergli importanti ruoli rappresentativi nella Società Italiana di Chirurgia, cosa che lo aveva fatto amaramente soffrire».
Spirito innovativo
«Ma le più grandi sofferenze, nella lunga vita - ricorda ancora il professor Ancora nel raccontare il suo maestro - gli sono state riservate dal destino con la prematura scomparsa dell'adorata figlia Anita e della amata moglie Vanna. Ha saputo trasferire negli allievi il rigore della tecnica chirurgica, la passione per la innovazione e la testardaggine necessaria per raggiungere grandi obiettivi, superando ogni difficoltà ed anche ogni umiliazione. Alberto Peracchia - conclude Ancona - vive ancora nella sua Scuola che persiste attiva in ospedali e Cliniche del Veneto, della Toscana, della Lombardia e persino della lontana Puglia».