Eredi in guerra, dopo anni di battaglie villa Barozzi va al Comune: la vittoria in Cassazione

Mercoledì 17 Gennaio 2024 di Olivia Bonetti
Villa Barozzi

BELLUNO - La battaglia giudiziaria per la grande villa Barozzi al civico 121 di Orzes lasciata in eredità al Comune, dopo anni di odissea giudiziaria, si avvia al capitolo finale. Una prima risposta arriva dalla Cassazione, che nei mesi scorsi ha emesso un'ordinanza rigettando il ricorso degli eredi dei fratelli Di Cola, che avevano impugnato il testamento di Nerina De Toffol a causa della non autenticità della data.

Dopo anni di battaglia nelle aule giudiziarie, l'ultimo capitolo vede il Comune e Clelia Barozzi (i beneficiari dei lasciti testamentari) ancora una volta vincitori su tutta la linea. La Cassazione nella recente ordinanza non solo rigetta il ricorso di Giuliana e Daniele Di Cola che avanzano pretese sull'eredità mettendo in dubbio la veridicità del testamento, ma li ha anche condannati al pagamento delle spese: circa 8mila gli euro che finiranno nelle casse di Palazzo Rosso.

LA VICENDA
Tutto inizia quando Maria De Toffol (e dopo la sua morte i figli Giuliana e Daniele Di Cola) avanza pretese sull'eredità della sorella Nerina, ovvero la vedova di Pietro Barozzi e firmataria di un testamento. La sorella era erede universale e rivendicava come legittimamente suoi due beni immobiliari citati nel testamento: lo storico palazzo di via San Pietro al civico 3 lasciati dalla defunta Nerina a Clelia Barozzi, difesa dall'avvocato Stefano Bettiol, e la grande tenuta di Orzes di cui il Comune di Belluno per volontà della defunta sarebbe stato il beneficiario. Il Tribunale di Belluno, con sentenza confermata nel 2017 dalla Corte di appello di Venezia ha dato ragione a Comune e cognata. Ed ora anche la Cassazione, dove Comune e Clelia Barozzi erano difesi dal cassazionista avvocato Stefano Bettiol. In sostanza la Suprema Corte afferma, riprendendo quanto detto dalla Corte d'Appello, che anche se la data è stata apposta da altri non cambia il fatto che è stata data volontaria esecuzione al testamento. «Per la Corte di Venezia, Maria De Toffol, sorella ed erede legittima della de cuius, benché consapevole della causa di invalidità dell'atto della sorella dovuta all'inserimento nella scheda testamentaria della data per mano altrui (profilo di nullità, questo, dibattuto nelle lettere degli avvocati delle parti), pienamente capace di intendere e di volere ha dato volontaria esecuzione alle ultime volontà della propria congiunta consegnando (anche avvalendosi dei propri figli) ai legatari i beni immobili che la testatrice aveva lasciato loro».

L'ALTRO FRONTE
Un altro capitolo ancora in corso è quello relativo a una nuova causa parallela a Belluno nei confronti di Clelia Barozzi e del Comune di Belluno (avvocato Stefano Bettiol e avvocatura civica per l'ente pubblico). Un procedimento per chiedere che venga accertata la falsità del testamento di Nerina De Toffol, la vedova Barozzi. Il Tribunale di Belluno ha accolto solo parzialmente le richieste, accertando che la sola data apposta nel testamento (e non invece, come richiesto, l'intero testamento) non è autografa. Gli effetti del testamento, però, rimangono fermi. La causa è attualmente in decisione alla Corte di Appello.
 

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