«Al Catullo tutti mafiosi» la studentessa finisce a processo

Venerdì 25 Settembre 2020 di Davide Piol
Il liceo Catullo di Belluno
C’è un’imputata per le frasi diffamatorie sull’Istituto Catullo di Belluno che cominciarono a circolare in internet nel 2017. E che additavano alcuni insegnanti come “mafiosi”. Lei si chiama Daniela Cherchi, nata a Ozieri (in provincia di Sassari) 28 anni fa e residente a Santa Giustina. Secondo la pubblica accusa sarebbe l’autrice di numerose offese e diffamazioni che una certa “Fiori di pesco” ha pubblicato su Google come recensione all’Istituto di cui lei stessa faceva parte in qualità di studente dei corsi serali. Daniela Cherchi è stata rinviata a giudizio per diffamazione aggravata e, ieri mattina, il giudice Angela Feletto ha fissato le date del dibattimento. Le parti offese sono tre: l’ex dirigente scolastico dell’Istituto Catullo, Michele Sardo; l’insegnante Fiorella Fanciullo; e la compagna di banco cinquantenne Pietrina Secchi. Sono tutti difesi dall’avvocato Paola Monticelli ma solo Sardo e Fanciullo si sono costituiti parte civile.
LA RECENSIONE
Tutto iniziò il 20 novembre di tre anni quando cominciarono a circolare su Google dei commenti diffamatori sull’Istituto Catullo. L’autrice dei post si firmava “Fiori di pesco” ma non fu difficile per i destinatari dei commenti e per le Forze dell’ordine risalire a nome e cognome reali della persona che si nascondeva dietro il nickname. «Va tutto a raccomandazioni, diffamazioni e faide: il Catullo è la scuola dei pugliesi». La diffamazione parte in modo generale. Il bersaglio è l’Istituto nella sua globalità. Poi entra nel dettaglio: «Presidi e professori sono del sud che, si sa, impongono la mentalità mafiosa anche nei piccoli ambienti». Fiori di pesco se la prende con tutti, anche con i bidelli che «erano corrotti e lasciavano tutto sporco». Poche righe più sotto ritorna sui professori: «Nove insegnanti su sette erano del meridione, per forza l’andamento era pessimo…». E ancora: «I professori si diffamavano pesantemente tra di loro. Una pugliese (qui il riferimento è a Fiorella Fanciullo, ndr) ci raccontava che uno dei prof locali era stato denunciato per il suo comportamento da squilibrato».
FRASI ANCORA IN RETE
Istituto, insegnanti, bidelli: le frasi diffamatorie riguardano tutti. Perfino gli studenti. «In particolar modo – si legge nella recensione fatta da Fiori di pesco – c’era una studentessa sarda di 50 anni (la compagna di banco Sacchi Pietrina, ndr): un’esaurita che con manipolazioni e torture psicologiche manovrava e dominava chiunque rendendo l’ambiente disfunzionale e invivibile». Il periodo contestato dalla Procura della Repubblica di Belluno va dal 20 al 30 novembre 2017. All’epoca dei fatti Daniela Cherchi era una studentessa dei corsi serali offerti dalla scuola bellunese. «Ha numerosi precedenti dello stesso tipo – spiega l’avvocato di parte civile Monticelli – E le sono stati riconosciuti problemi psichici. Era così ovunque: trovava un lavoro, litigava con i colleghi e se ne andava». A distanza di tre anni la recensione di Fiori di pesco si trova ancora online. Basta una ricerca Google per leggerla in uno dei tanti siti che compaiono sulla schermata. «L’aspetto più grave dell’intera faccenda è proprio questo – sottolinea il legale Monticelli – E cioè che il post non sia ancora stato rimosso. Come scuola (anche lei fa parte del corpo insegnanti del Catullo, ndr) ne siamo usciti fortemente danneggiati». Il 28 gennaio 2021 comincerà il processo. Sarà breve perché i testi sono pochi. Dopo aver sentito coloro che curarono le indagini e le tre parti offese potrebbe già esserci la discussione. Ma al di là della sentenza, ciò che preme all’avvocato Monticelli è ribadire che l’Istituto Catullo «Non è una scuola di mafiosi». 
Ultimo aggiornamento: 11:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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