Dopo Vaia. Si scioglie la neve, sulle montagne spunta la devastazione

Lunedì 3 Giugno 2019 di Angela Pederiva
Dopo Vaia. Si scioglie la neve, sulle montagne spunta la devastazione
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ROCCA PIETORE (BELLUNO) - Il primo sole ha sciolto anche l'ultima neve, lasciando ancora uno scampolo d'inverno in vetta alla Marmolada e portando già un anticipo d'estate alle pendici del massiccio. E così, tolta la benda bianca che per mesi ha pietosamente incerottato le ferite inferte dalla natura a se stessa, la montagna oltraggiata torna a mostrarsi in tutta la sua dolente bellezza: i boschi abbattuti e i sentieri cancellati, gli alvei deformati e le sponde rosicchiate, i cigli transennati e i massi accatastati.
 

 


Torniamo a Rocca Pietore, l'epicentro della devastazione del 29 ottobre di cui è diventata inevitabilmente il simbolo nell'immaginario collettivo,  attraversando un Agordino che non è comunque da meno nel portare i segni della furia della tempesta Vaia, da Taibon a Cencenighe, da San Tomaso ad Alleghe, da Colle Santa Lucia a Livinallongo del Col di Lana.
LE PIANTEMa indubbiamente 107 milioni di danni documentati, tutti in un solo paesino di 1.200 abitanti, hanno un certo peso specifico su un rendiconto di 1,734 miliardi per l'intero Veneto. A confermarlo è il colpo d'occhio sui declivi dei borghi di Col come anche di Sorarù, di Saviner come pure di Digonera: una distesa di 600.000 piante divelte dalla micidiale combinazione di vento e pioggia, che dopo essere state spogliate dalle precipitazioni e dal gelo, giacciono ora nude e rinsecchite in una festa della Repubblica che pare già un mezzo Ferragosto, per il picco di caldo anomalo e per la quantità di motociclette rombanti. Secondo i calcoli di Veneto Agricoltura, soltanto qui sono rimasti a terra 150.000 cubi di conifere, sparsi tra aree valanghive e non. Per le prime, sulla base delle indicazioni di Arpav, è pronto un progetto di rimozione degli schianti giudicati pericolosi. «Ma dobbiamo evitare di mettere a rischio strade e case sottostanti in caso di slavine spiega il neo-rieletto sindaco Andrea De Bernardin perciò prenderemo esempio da quanto fatto in Svizzera e in Austria: useremo una parte degli abeti che si trova già sul posto, con l'aggiunta di travi di larice trattate in autoclave nei punti più delicati. Così, mentre il bosco ricresce, la protezione marcisce, fino a sparire».
LE GREGGI E LE MOTOSEGHEPer quanto riguarda le zone non interessate dagli smottamenti, invece, a giorni sarà firmato il contratto con l'azienda toscana che con 660.000 euro si è aggiudicata la gara bandita dal Comune e che destinerà a cippato da combustione 30.000 metri cubi di alberi sradicati. «Stiamo valutando di non ripiantumarli confida il primo cittadino perché gli schianti hanno aperto panorami nuovi. Bisogna però curare il terreno e per questo stiamo sperimentando le pecore, molto più agili delle mucche». Si tratta di greggi provenienti dal resto della provincia di Belluno che, attraverso un appalto da 42.000 euro l'anno (pagati dai pastori al municipio), a turni di 1.500 animali alla volta trascorreranno l'estate in questo speciale alpeggio, garantendo una doppia rasatura ai pendii.
In vista della stagione estiva, però, i tronchi che preoccupano di più sono quelli che hanno invaso le strade silvopastorali e i sentieri escursionistici. Per questo da metà giugno la Regione coordinerà un'imponente operazione di Protezione Civile, che per un mese vedrà alternarsi migliaia di iscritti provenienti da tutto il Veneto. Alloggiati alla palestra di Caprile, i volontari cercheranno di liberare con le motoseghe i percorsi maggiormente battuti dagli alpinisti, come quelli della Val Ombretta verso il Rifugio Falier, della Val Franzedas, del Mont de Laste o del Sass Bianc. «Proviamo a vedere il bicchiere mezzo pieno evidenzia il sindaco De Bernardin cercando di valorizzare i quasi 900.000 contatti, cioè il doppio della media precedente, registrati dal nostro marketing turistico in conseguenza dell'improvvisa notorietà portata dalla tragedia. Abbiamo già perso la pista ciclopedonale, l'area pic-nic e lo spiazzo del Grest, non possiamo permetterci di rinunciare anche agli appassionati delle camminate e per questo dobbiamo farci trovare pronti».
LO SPECCHIO D'ACQUAÈ lo stesso principio che muove pure la partita del lago di Alleghe, per metà ricadente sotto Rocca Pietore. La linea è stata tracciata in questi termini dal governatore-commissario Luca Zaia: «Abbiamo lavori previsti per 8 milioni di euro, ma anche 8 milioni di metri cubi di detriti da portare via. Non riusciremo a fare tutto in una stagione, ma stiamo studiando delle soluzioni anche innovative». Per questo con la progettazione appena affidata da Veneto Acque, come risulta dal decreto pubblicato sull'ultimo numero del Bur, è prevista un'operazione piuttosto complessa: non solo la pulizia dello specchio d'acqua, ma pure la realizzazione di un sistema di sicurezza in vista di un'eventuale piena. In sostanza il bacino sarà svuotato e il materiale verrà riposto sulla destra orografica del torrente Cordevole, implementando lo schema di ricomposizione ambientale già attuato sulla riva sinistra dopo la grande alluvione del 1966, andando così a formare un terrapieno. «In questo modo ci risparmieremo migliaia di trasporti inutili da parte dei camion su un territorio già messo a dura prova», è la sottolineatura di Regione e Comune.
I SERRAINon meno complicata si annuncia infine la ricostruzione dei Serrai di Sottoguda, il celebre canyon che prima della tregenda totalizzava ogni anno oltre 140.000 paganti, fra visitatori a piedi e passeggeri del trenino. Attualmente sono a disposizione 7 milioni di euro, a cui vanno sommate le donazioni per 600.000 euro, equamente ripartiti tra le Fondazioni Unesco, Cariverona e Cariparo. «L'idea è di un recupero intelligente e senza stravolgimenti conclude De Bernardin ma con una regimazione a monte dei torrenti, per scongiurare l'ipotesi che un nuovo uragano possa spazzare via di nuovo il nostro gioiello». Unica novità: l'inserimento di una strada transitabile dai mezzi, da utilizzare come bypass in caso di emergenze sulla sovrastante arteria per Malga Ciapela. 
Angela Pederiva

Ultimo aggiornamento: 09:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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