Migranti nel piccolo comune: il sindaco li porta a fare le visite mediche con la sua auto: «Come avere dei figli»

Domenica 16 Luglio 2023 di Olivia Bonetti
Christian Pasa, sindaco di Fonzaso

BELLUNO - «Non coinvolgiamo i dipendenti comunali, per non sottrarre tempo al loro lavoro. Ci siamo impegnati come sindaco e giunta nel far tutte le cose che servono». Una volta alla settimana da marzo scorso il sindaco di Fonzaso, Christian Pasa, è venuto a Belluno per portare a fare le visite mediche, con la sua auto e a sue spese, i due migranti ivoriani che ospita nel suo comune. «Come avere dei figli - spiega - li porto ai vari appuntanti per le vaccinazioni e altro». Ha chiuso la biblioteca di Arten che faceva servizio due giorni alla settimana per dare una casa a queste persone che sono state portate sul suo comune. Ma l’impegno per l’accoglienza non finisce lì: il cibo, l’acquisto di abiti, l’aiuto nei documenti. E Pasa è fortunato, visto che parla correntemente francese, per altri non è così. Sono 30 i comuni che hanno accolto, mettendosi in prima linea, ma non bastano più: gli arrivi non si fermano. Nell’ultimo tavolo di venerdì a Palazzo dei Rettori il prefetto, Mariano Savastano, ha rilanciato l’appello ai sindaci che ancora non hanno aperto le porte.

Una soluzione va trovata e per questo ha riconvocato il tavolo per martedì alle 10,30. Ma le defezioni saranno molte, perché da tempo c’è uno zoccolo duro di primi cittadini che non hanno alcuna intenzione di mettersi in gioco per l’accoglienza.

I SOGGETTI
L’invito al nuovo tavolo di martedì era stato esteso anche alla protezione civile regionale, ma l’assessore Gianpaolo Bottacin ha già comunicato ufficialmente l’impossibilità a partecipare: quella mattina a Venezia c’è giunta e consiglio. In ogni caso la protezione civile non può intervenire sull’emergenza profughi anche per la logistica: l’ordinanza del capodipartimento Fabrizio Curcio dell’aprile scorso parla esclusivamente di strutture statali. Ed anche nell’ipotesi più remota del ricordo ad eventuali tendopoli sarebbero i vigili del fuoco a dover operare. D’altro canto, però, ormai il sistema ordinario di accoglienza è saltato in provincia: i bandi effettuati da palazzo dei Rettori per cercare operatori che si mettessero a disposizione sono andati deserti. In questo momento sono in funzione solo i due Cas (Centri di accoglienza straordinaria), immaginati con lo scopo di sopperire alla mancanza di posti nelle strutture ordinarie. I Cas sono di Dumia e cooperative Integra che insieme accolgono 151 migranti. Infine procedono spediti i passi per gli altri centri Cas nei comuni: 100 posti distribuiti tra Tai a Pieve di Cadore (50 nella ex colonia del Patriarcato veneziano, metà dei quali sono quelli assegnati a Venezia), Lamon (25 nell’ex monastero-asilo delle suore), Trichiana a Borgo Valbelluna e Sedico (in totale altri 25 accolti dalla Cooperativa Sviluppo e lavoro). Ma non bastano e il prefetto ha coinvolto i sindaci. 

I SINDACI
E così i primi cittadini fanno “volontariato”. «È una chiamata alla responsabilità - spiega il sindaco di Ponte, Paolo Vendramini -, purtroppo questo è un governo che non riesce a affrontare la situazione, scaricano tutto sui primi cittadini, che sono sempre pronti a fare la loro parte con le associazioni di volontariato, ma ci volgono delle comunicazioni governative o siamo sempre in emergenza. E così molti di noi si sostituiscono anche ai servizi sociali, comuni piccoli: devono accompagnarli in questura, all’Ulss». Vendramini spiega che si fa volentieri, ma ricorda «ognuno deve fare la propria parte». Ed è proprio questo il punto: molti enti, soprattutto i più piccoli, al momento sono a zero migranti. «Ho i miei anziani che sono nelle valli - afferma il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bermardin - che non so nemmeno se sono vivi o morti e non riesco nemmeno a seguire loro, immaginiamoci se riesco a fare altro. Io non voglio essere coinvolto nella gestione: se qualcuno si sovrappone a me e si arrangia non mi metto di traverso». «Noi sindaci abbiamo altro da fare - conclude - e un comune come il nostro sceso da 13 a 9 dipendenti in un anno non può farsi carico di questo. Facciamo i concorsi non viene nessuno, la gente se ne va le paghe sono basse. Non ce la facciamo».

Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 11:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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