Commercio, ristorazione, manifatturiero: imprese in ginocchio, 267 chiuse in un anno

Giovedì 25 Gennaio 2024 di Yvonne Toscani
Imprese in crisi

BELLUNO - La fotografia delle imprese bellunesi segna da un anno all'altro un meno 267. Incluse le oltre 170 ditte cancellate dal Registro imprese camerale, al termine di un importante ed attento procedimento di depennamenti d'ufficio che, conclusosi nell'ultimo trimestre del 2023, ha creato una significativa discontinuità nelle consistenze della demografia d'impresa della provincia. A modificare gli equilibri è, in particolare, il settore terziario. Anche al netto delle ditte individuali, i tre comparti con maggior perdita sono il commercio (all'ingrosso e al dettaglio), la ristorazione ed il manifatturiero.

Crescono, invece, le sedi d'impresa e le filiali dipendenti per le attività finanziarie e assicurative, le attività professionali e per l'ospitalità turistica.

L'ANALISI
I dati sono stati elaborati e diffusi ieri, 24 gennaio, dall'Ufficio studi e statistica della Camera di Commercio di Treviso-Belluno. «Le ditte sono state cancellate - spiega il presidente di Cciaa, Mario Pozza - per mancato compimento degli atti di gestione negli ultimi tre anni». La metà circa delle cancellazioni d'ufficio è riferibile a ditte individuali del comparto edile (25,4%) e del commercio al dettaglio (24,3%). Il 46,3% delle cessazioni nel Bellunese ha riguardato imprese a conduzione (in via prevalente o esclusiva) straniera. «Con questi numeri continua Mario Pozza il confronto con il passato diventa complicato. Si tratta di numeri importanti che non devono essere interpretati come contrazione del tessuto imprenditoriale, ma come pulizia di soggetti giuridici un po' ai margini dell'economia, formalmente attivi, ma inoperosi, come è stato possibile constatare tramite gli strumenti in possesso del nostro Registro Imprese. Ai fini statistici occorre considerare le dinamiche al netto delle ditte individuali, cioè al netto di questo processo di pulizia del dato, così da confrontare lo stock d'imprese di fine 2023 con quello di fine 2022 a parità di campo d'osservazione».

L'AZZERAMENTO
L'operazione di "pulizia" ha quindi riguardato solo le ditte individuali, che rappresentano il 59,8% del totale imprese bellunesi, pur influendo inevitabilmente sulla consistenza e sulla dinamica delle imprese attive e andando a sommarsi al "normale" andamento demografico d'impresa provinciale. Il bilancio effettivo registra allora, per la provincia dolomitica, la perdita in un anno di 52 imprese, per la maggior parte concentrate nel manifatturiero, commercio all'ingrosso e al dettaglio e ristorazione. A fine dicembre, gli stock di imprese attive si assestano su 13.471.

IL COMMENTO
«Resta sostenuta conclude il presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno la crescita delle unità locali dipendenti, cioè filiali: 60 unità in più, per uno stock di 4.608 unità attive. È un fenomeno che segnaliamo da diverso tempo e che va approfondito nel quadro di ragionamenti a più ampio spettro sulle ragioni di attrattività del nostro territorio (quando dietro una filiale c'è un gruppo multinazionale o comunque esterno al nostro territorio) e al tempo per capire le "campagne-acquisti" fatte nel territorio dalle nostre imprese». Anche le imprese artigiane, che a fine dicembre 2023 erano il 33,7% del totale imprese bellunesi, sono state interessate ad una riduzione significativa del sottoinsieme delle imprese individuali.

IL CONFRONTO
Nel confronto con dicembre 2022 esse si sono complessivamente ridotte di 74 unità su base annua e di 19 unità al netto delle imprese individuali. Escludendo quest'ultima tipologia, per la provincia di Belluno, la flessione si distribuisce fra il manifatturiero (-30 imprese, di cui -24 imprese artigiane), il commercio all'ingrosso (-11), il commercio al dettaglio e la ristorazione (entrambi con una variazione pari -10 unità). Il comparto agricolo è stato meno interessato dalla "pulizia" di ditte individuali e perde complessivamente 27 imprese (includendo tutte le nature giuridiche): rispetto a dicembre 2022 la consistenza diminuisce in particolare per le attività zootecniche (-14 sedi) e cerealicole (-13). Il segno in positivo si osserva invece per l'edilizia (+7 sedi). Il confronto con dicembre 2022 è in positivo, considerando tutte le nature giuridiche, per le attività legate ai servizi alle imprese ed in particolare per le attività professionali scientifiche e tecniche (+12 sedi) e le attività immobiliari (+11). In aumento anche le filiali dipendenti delle attività afferenti all'alloggio (+24).
 

Ultimo aggiornamento: 10:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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