Niente porte chiuse: si ferma tutto lo sport dilettantistico del Nordest

Giovedì 5 Marzo 2020 di Maurizio Ferin
Stop a tutto lo sport dilettantistico

Il calcio dilettantistico si ferma completamente: la serie D veneto-friulana (il girone C a 20 squadre, per intenderci) aveva già deciso di tornare a giocare mercoledì prossimo, 11 marzo, ma anche questa data - è la novità di oggi - è stata rinviata. La notizia dell’ultim’ora, per il numero di società (centinaia), giocatori (migliaia) e addetti ai lavori (pensiamo agli arbitri, per esempio) coinvolti, è che il comitato regionale della Federcalcio ha deciso di bloccare l’intera attività. Senza che sia stata indicata una data certa per la ripresa. Significa che la palla non rotolerà sui campi dei campionati giovanili e soprattutto nei rettangoli calpestati dai dilettanti di Eccellenza, Promozione, Prima, Seconda e Terza categoria. La base del movimento calcistico.

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La decisione è stata presa dal consiglio direttivo del comitato veneto, convocato d’urgenza. Attorno al presidente Giuseppe Ruzza, nemmeno una poltrona vuota. Tutti presenti, a testimoniare la gravità della situazione e la presa di responsabilità. La valutazione dell’ultimo decreto (“Misure per il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del virus Covid-19”) della presidenza del Consiglio dei ministri, ha costretto molte federazioni a rivedere in senso restrittivo le disposizioni già emanate (porte chiuse anche nei dilettanti, per esempio).

In particolare, il mondo dello sport dilettantistico ha dovuto prendere atto di due elementi: il segnale fortissimo mandato dalla chiusura delle scuole in tutta Italia fino al 15 marzo; l’indicazione contenuta nel comma C dell’articolo 1 del decreto, in cui viene spiegato che “le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute a effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus Covid-19 tra atleti, tecnici, dirigenti e tutti gli accompagnatori”. In sostanza, alle società viene attribuito un dovere di vigilanza e prevenzione a cui molti club (non solo di calcio) difficilmente sono in grado di fare fronte. Ma gli aspetti collegati al mondo dello sport sono innumerevoli, come è inevitabile che sia per una attività che impegna persone di ogni età e soprattutto le famiglie: la necessità di tenere una distanza minima da persona a persona (quando molte discipline sono imprescindibili dal contatto fisico), il divieto di assembramento, la necessità di assicurare la disponibilità del personale medico per esigenze più importanti (la salute pubblica) di un incontro sportivo.
Anche la Federcalcio regionale del Friuli Venezia Giulia ha deciso il blocco totale dei campionati, compresi ovviamente quelli del settore giovanile e scolastico: nel comunicato ufficiale, si parla di “sospensione a tempo indeterminato”. La domanda, a questo punto, è se e quando verrà stabilità una data per la ripresa dell’attività. Lunedì è stato convocato d’urgenza il consiglio direttivo nazionale della Lnd (Lega nazionale dilettanti) dal quale sono attese nuove disposizioni. L’ipotesi è che vengano rivalutati e riprogrammati i calendari, anche se il timore è che la stagione sportiva (non solo calcistica) rischi di essere annullata, proprio quando si stava per entrare nel vivo.
Infine, ecco il testo del comunicato ufficiale appena diffuso dalla Federcalcio veneta: “A integrazione di quanto in precedenza disposto, in attesa di chiarimenti circa la corretta applicazione dell’articolo 1 comma 3, lettera c) del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 55 del 4 marzo 2020, che sarà compiutamente illustrata in occasione del Consiglio direttivo nazionale di lunedì 9 marzo, il Consiglio direttivo del Comitato regionale veneto riunitosi in seduta straordinaria in data odierna, sentito il Coordinatore regionale del Settore giovanile e scolastico, dispone: - la sospensione, fino a data da destinarsi e fino a nuova comunicazione, di tutta l’attività agonistica, non agonistica e formativa; - in merito agli allenamenti, gli stessi rappresentano un’opportunità per le società che potranno autonomamente decidere se attuarli sempre comunque nel rispetto di quanto contenuto nel decreto del 4 marzo”.

Il Decreto con le misure contro il -Coronavirus del 4 marzo 

GLI ALTRI SPORT/PALLAVOLO
Anche nelle altre discipline le Federazioni hanno preso atto delle disposizioni governative. Ancora una volta, tra le prime a reagire, la Fipav (Federazione pallavolo, dopo il calcio lo sport più popolare e praticato specie a livello femminile) che ha ritenuto superato il concetto di “a porte chiuse” che sembrava poter salvare il salvabile: “Stop ai campionati fino al 15 marzo. La Federazione Italiana Pallavolo, in riferimento alla situazione dell’infezione da coronavirus, nel prendere atto del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri emanato ieri che determina, tra le altre, la chiusura di scuole e università in tutta Italia fino al 15 marzo, ha stabilito di volersi adeguare a tale normativa data la stretta correlazione tra la propria attività e le strutture scolastiche nazionali. Ciò significa che fino al 15 marzo è sospesa l’attività sportiva dei campionati di serie B nazionale, regionali e territoriali. Allo stesso modo sono sospese le iniziative di formazione e qualificazione programmate per lo stesso periodo. La Fipav rende noto che tale decisione si è resa necessaria in continuità con il senso di responsabilità che deve necessariamente essere alla base di ogni azione intrapresa in queste ore e che l’unico obiettivo è quello di garantire la tutela dei propri tesserati”.

CALCIO A 5
Analoga la decisione della Divisione calcio a 5, che ferma ogni attività fino al 15 marzo (in questo caso quindi c’è una scadenza del provvedimento): “Con riferimento alla emergenza sanitaria, visto il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 4 marzo, considerate le difficoltà logistico/organizzative manifestate da società, comuni e gestori degli impianti di gara, la Divisione Calcio a 5, nella persona del Presidente Andrea Montemurro, comunica che tutte le attività dei campionati nazionali di calcio a 5 sono sospesi con effetto immediato dalla pubblicazione del presente comunicato fino a domenica 15 marzo 2020 compreso. La Divisione calcio a 5 comunicherà con specifico comunicato di successiva pubblicazione la riprogrammazione del calendario. La Divisione si riserva di adottare diversi e ulteriori provvedimenti in ottemperanza a nuove Ordinanze e/o Decreti che dovessero essere pubblicati successivamente”.

BASKET
Anche la Fip (Federazione Italiana pallacanestro) del Veneto, 3 ore fa, ha stabilito lo stop dell'attività decidendo di "sospendere lo svolgimento di tutta l'attività senior regionale, giovanile e minibasket e anche i campionati "3x3", fino a nuova comunicazione al fine di tutelare il più possibile la salute di tutti i tesserati, dirigenti, e le famiglie".

ATLETICA
Particolarmente efficace la motivazione della Fidal (la Federazione di atletica leggera) che ha sospeso ogni attività sull'intero territorio nazionale fino al 3 aprile: "
La Fidal delibera lo stop di tutte le attività agonistiche in programma sul territorio nazionale fino alla data indicata dal provvedimento del Governo - è scritto nel comunicato ufficiale -  La Fidal comunica di aver deliberato quest’oggi, interpretando quanto previsto dal decreto 4 marzo 2020, la sospensione, fino alla data del 3 aprile (salvo nuove e diverse disposizioni delle autorità competenti), di tutte le attività agonistiche già programmate sul territorio nazionale. In particolare, la decisione adottata prende spunto dall’articolo 1, lettera C, del testo del decreto, e relativo all’obbligo per le società sportive di effettuare, attraverso il proprio personale medico, i controlli idonei a contenere, nell’ambito di manifestazioni da svolgersi a porte chiuse, il rischio di diffusione del virus Covid-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori. La Fidal ritiene che in un momento di emergenza per il Paese, applicare quanto previsto determinerebbe un ulteriore motivo di stress per il Servizio sanitario nazionale, con la conseguenza di sottrarre preziose risorse all’opera quotidiana volta al contenimento del contagio.

Il senso di responsabilità degli uomini e delle donne dell’atletica Italiana, il loro sentirsi parte della comunità nazionale, non può che portare alla scelta di sospendere l’attività agonistica fino alla data indicata dal provvedimento del Governo".

Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 17:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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