Coronavirus: sposati da 60anni, Emilio e Luisa non possono festeggiare insieme

Domenica 19 Aprile 2020 di Federica Fant
Emilio e Luisa di Castion sposati da 60 anni: devono festeggiare a distanza
BELLUNO - “Festeggiate voi con Emilio il nostro 60° anniversario... visto che io non lo posso fare. Un caro saluto a tutti voi. Luisa”. Un biglietto scritto a mano con l’inchiostro blu, come non si usa quasi più. Una grafia molto bella, di quelle che non si insegnano più nelle scuole, e un amore che dura da sessant’anni. É racchiuso tutto qui, il matrimonio tra Luisa e “Mimo”. Ieri, alla residenza “Gaggia Lante” di Sersa, a Belluno, in cappella sono stati accesi due ceri, è stata posta un’orchidea – eterno simbolo di amore – ed è stata affidata una preghiera.
E pensare che, fin dai primi giorni della loro lunga storia, la distanza è ciò che ha caratterizzato il grande affiatamento tra i due. Una volta conosciuti in una di quelle balere di cui si sente spesso parlare da chi ha passato gli ottant’anni, i due si promettono di rimanere fedeli, ma Emilio va a cercar fortuna in Svizzera e assicura che al trentesimo anno di età sposerà la “sua” Luisa. E così è stato. Ne sono testimoni i figli: Antonio e Nadia.
IL RACCONTO
A raccontare in sintesi come avvenne il primo incontro e poi il matrimonio di questa coppia di sposi ha provveduto un breve, ma toccante post nella pagina Facebook della “Gaggia Lante”. «Oggi vi raccontiamo una storia, una bella storia che inizia qualche anno fa a Castion. Luisa, all’anagrafe Maria, una sera riesce a convincere la madre, vedova e severa come le donne di un tempo, a lasciarla andare a ballare con le amiche – si legge -. Alla festa di paese incontrano Mimo, all’anagrafe Emilio, che appena la vede viene colpito dalla freccia di Cupido ed è amore a prima vista». La storia continua. «Trascorrono la serata assieme e, al termine, Mimo si offre di riaccompagnare Luisa a casa, in Vespa. Lei, ritenendola una cosa sconveniente e per non offendere le amiche, rifiuta. Allora il buon Mimo, spingendo la Vespa spenta, la riaccompagna a piedi». Siamo negli anni ‘50 e anche se lo sfondo non è quello della capitale, la Vespa di Mimo ci ricorda molto quella di Gregory Peck di Vacanze Romane. Il racconto prosegue. «Come gli uomini di un tempo, Mimo, decide di partire per la Svizzera per “far schei da meter via par le noze”, promettendo di sposare Luisa al compimento dei trent’anni. Dopo due anni e mezzo, si presenta dalla fidanzata per sposarla – si legge nel post -. Luisa gli ricorda che si erano promessi di sposarsi al raggiungimento dei trent’anni. Giunge finalmente il compleanno di Mimo il 12 marzo, ma essendo in quaresima devono attendere ancora. E così, alla prima data utile, Maria ed Emilio si sposano nella chiesa di Castion “City” (come dice Mimo). Era il 18 aprile 1960, lunedì dell’Angelo». Una data, una promessa, è proprio il caso di dire. «Come tutte le coppie, anche Luisa e Mimo hanno affrontato gioie e dolori: di certo hanno avuto la fortuna di crescere due figli, Antonio e Nadia ed una nipote, Carlotta a cui hanno raccontato tante volte la loro storia d’amore, che oggi hanno voluto condividere con noi – si prosegue nella lettura -. Mimo da un po’ di tempo abita al nucleo Bucaneve (della Gaggia Lante) e Luisa lo viene a trovare tutti i giorni, o almeno lo faceva finché le restrizioni a causa del Coronavirus non l’hanno impedito». Poi gli auguri dei dipendenti di Sersa: «Cari Luisa e Mimo, appena tutto questo sarà finito, organizzeremo una grande festa per voi, perchè questi traguardi si devono festeggiare, insieme! Ma oggi, la famiglia dei nuclei Bucaneve e Margherita si stringe attorno a voi in un grande abbraccio virtuale e vi ringrazia per averci fatto vivere, con voi, un pezzetto della vostra storia». Rimane la foto, dei novelli sposi degli anni ‘60: una torta a tre piani e due sorrisi innamorati. 
Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 08:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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