Turismo, allarme rosso in Campania: «Interventi immediati, a rischio 500mila posti»

Domenica 23 Agosto 2020 di Giuseppe Crimaldi
Turismo, allarme rosso in Campania: «Interventi immediati, a rischio 500mila posti»

Turismo, anno zero. Per i titolari delle agenzie di viaggio il 2020 passerà alla storia come annus horribilis, una cesoia che ha strappato di netto i fili che portavano linfa vitale ad un comparto che certo non navigava nell'oro, ma che mai tanto in basso era precipitato. 

«Nel silenzio pressoché generale - dice al Mattino Cesare Foà, vicepresidente nazionale di Adv Unite Federturismo Confindustria - si sta lasciando morire un intero comparto che conta migliaia di dipendenti. Tutti gli enti locali e nazionali sono sordi e ciechi di fronte alle istanze presentate negli scorsi mesi».

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Ha ragione, Foà, anche perché troppo spesso si dimentica - o si finge di non considerare - che dietro la filiera del turismo gravita un intero universo lavorativo: del quale fanno parte agenti di viaggio, tour operator, dipendenti di compagnie aeree, impiegati aeroportuali, compagnie di crociera, commerciali del turismo, ristoratori, guide ed accompagnatori, bed and breakfast, noleggiatori, bus e animatori turistici, linee marittime, autonoleggi.

«C'è chi sperava nelle riaperture delle agenzie auspicando di vendere qualcosa: e da lì sono iniziati i problemi - spiega Foà - I risultati? Overbooking, qualità dei servizi inferiori alle aspettative e soprattutto mancanza di rispetto per i servizi pattuiti senza alcun intervento delle forze dell'ordine. Il nostro settore, già penalizzato dalla chiusura forzata dei viaggi e dai mancati incassi da inizio anno, ha davanti un futuro ancor più nero in quanto per i prossimi quattro-sei mesi i clienti non partiranno, le compagnie aeree annulleranno i voli.

È vero: nel frattempo sono ripartite le crociere in Italia e questo rappresenta un bel segnale, «ma - commenta il rappresentante di Adv Unite - come si dice qui a Napoli in gergo è acqua che non leva sete. Ora bisogna capire se le nostre attività chiuderanno definitivamente grazie ai mancati aiuti o avremo la forza di sopravvivere per i prossimi sei mesi e ripartire». Incognita imprevedibile e da scongiurare.
 


«Assoviaggi e Fiavet con i loro presidenti - esorta Foà - si affianchino a chi da tempo ha iniziato nelle sedi istituzionali una battaglia per la sopravvivenza e non si nascondano dietro a ideologie superate di forza rappresentativa perché qui è in ballo il nostro futuro, non le poltrone o le amicizie. L'interrogativo è uno solo: che facciamo, moriamo nel frattempo?». Inutile aggiungere che il banco di prova, lo scoglio vero, arriverà con l'autunno.

È un comparto da grossi numeri, quello legato al turismo. In Italia lavoratori tra agenti di viaggio, guide, accompagnatori e noleggiatori si contano 500mila unità. Dopo l'emergenza Covid nel nostro Paese ha riaperto il 70 per cento degli alberghi, mentre se guardiamo alle pensioni e ai B&B il calo è stato dell'oltre il 50 per cento. I tour operator specializzati in pacchetti vacanza con destinazione Europa hanno subìto - tra gennaio ed agosto - un -65% delle vendite.
 
 

Capitolo bonus vacanze: secondo i dati Adv Unite l'agevolazione nell'interezza del prodotto è stata accettata solo dal 30 per cento delle strutture. Poi c'è la beffa finale: la cassa integrazione applicata al settore fino a luglio è stata pagata fino ad aprile, lasciando i dipendenti senza stipendi per 3 mesi.

«Lo Stato - conclude amaramente Cesare Foà - parla di ripartenza ma dimentica di dire che il turismo non è assolutamente ripartito, anzi è stato addirittura affossato e bloccato dai continui e solleciti decreti emanati ad horas.
Il turismo non è solo un indotto importante per la nostra economia, ma è un settore dove gli occupati sono tantissimi che difficilmente troverebbero altra collocazione e ciò comporterebbe un ulteriore esborso economico per lo Stato stesso». 

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