Coronavirus a Napoli, contagi post vacanze: impennata a Posillipo

Venerdì 28 Agosto 2020 di Ettore Mautone
Coronavirus a Napoli, contagi post vacanze: impennata a Posillipo

Dopo Vomero e Chiaia, a cui si era aggiunto nelle settimane scorse San Carlo all’Arena, ora c’è anche Posillipo tra i quartieri di Napoli a maggiore incidenza epidemica per contagio da Sars-Cov-2: con 18/24 casi ogni 10 mila abitanti diventa un luogo in cui si concentrano molti positivi al virus soprattutto dopo i test di screening effettuati al rientro dall’estero in queste settimane di agosto. «Il dato rappresenta una conferma, se ve ne fosse ancora bisogno – spiega Rodolfo Conenna, direttore sanitario del Cotugno - che il tenore di vita, la mobilità, i viaggi per lavoro o vacanza, l’intensa socialità che osserva la popolazione a maggior potere d’acquisto, capace di spingersi più lontano e in zone sicuramente esotiche ma anche a maggiore endemia al Coronavirus, sono il presupposto di un aumentato rischio di contagio». Cosa fare ora? «Restare il più possibile a casa, isolati e in quarantena, per consentire all’organismo di reagire immunitariamente e presentarsi col piede giusto alla prova della ripresa delle attività scolastiche e dell’autunno e dell’inverno con i connessi rischi intrinseci che la stagione fredda comporterà dal punto di vista epidemico e assistenziale». 

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A incidere dunque, nella diffusione del Coronavirus, non sono tanto i fattori minori, come lo scarso distanziamento locale all’interno delle famiglie e dei quartieri popolari (fatti salvi i maggiori rischi di sviluppo di focolai all’interno delle comunità chiuse di immigrati), ma la mobilità, i viaggi e non solo all’estero visto che la Sardegna, ad esempio, è diventata una regione ad intensa incubazione del Coronavirus. È questo il quadro che emerge dall’aggiornamento, fissato al 24 agosto, dell’approfondimento condotto dal Servizio di epidemiologia e prevenzione della Asl Napoli 1. Dati cumulativi e che dunque mettono insieme i numeri della prima ondata con quelli attuali. Nella mappa suddivisa per quartiere in zona rossa c’è anche Chiaiano che probabilmente risente dei cluster epidemici legati ai campi Rom ovvero per altri fattori di rischio che sono in corso di approfondimento. In una fascia intermedia, con 8-18 casi per 10 mila abitanti, ritroviamo altri quartieri abbastanza omogenei tra loro come Scampia, Miano, Ponticelli ma anche Pianura, Soccavo, Fuorigrotta e Bagnoli a cui si aggiungono i quartieri più popolosi del centro della città.  Più bassa l’incidenza a Piscinola, Secondigliano e Poggioreale (6/8 per 10 mila) e quasi zero nella zona industriale di Napoli est, Barra, San Giovanni a Teduccio e San Pietro a Patierno. Tutte le analisi fanno convergere questi dati con il livello di mobilità della popolazione. 
 


Il Coronavirus corre su navi e aerei e attraversa il mondo insinuandosi nelle famiglie attraverso i rientri dalle zone del globo a maggiore endemia. Sono i giovani e gli asintomatici i principali vettori dell’infezione e del contagio soprattutto se non vengono individuati con un tampone. Per cui la crescita dei casi legata ai test di screening resi obbligatori sono una forma di tutela della popolazione dicono gli epidemiologi. A pagarne le spese e a rischiare di più, sono soprattutto gli anziani e i pazienti fragili o immunitariamente suscettibili. Intanto l’età media nell’arco dei mesi è calata dai 55 -60 anni iniziali a 40-50 anni di oggi con una tendenza all’ulteriore abbassamento verso la fascia 30-39enni. Anche l’età media dei deceduti scende di qualche unità a 74 anni. Il picco recente dei contagi ci riporta addirittura agli inizi di aprile sul piano clinico ma, dicono gli esperti, non è paragonabile in quanto in conseguenza della ricerca attiva dei positivi prevalgono gli asintomatici anche se un certo impegno ospedaliero non si può negare. 

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In questo contesto la Asl Napoii 3 sud ha chiesto e ottenuto il via libera dell’unità di crisi per passare alla fase B del piano epidemico ed è stata autorizzata a riattivare, come centro Covid, l’ospedale di Boscotrecase che verrà svuotato (salvando solo l’Emodinamica) per attribuire 36 posti totali alla cura del Covid 19 distribuiti in 20 unità di degenza ordinaria, 12 di sub intensiva e 6 di Terapia intensiva mentre al Cotugno c’è il tutto esaurito e restano solo 6 posti di rianimazione pur avendo aumentato da 8 a 14 le unità disponibili di subintensiva oggi tutte occupate. Nella Asl Napoli 1 al Loreto si registrano 20 ricoveri sui 20 posti di degenza ordinaria attivati per cui si passa all’allestimento di ulteriori 20 unità. Infine al Covid center dell’ospedale del mare sono 3 i ricoveri in più arrivano a 18 per cui restano solo 2 degenze libere nelle unità di assistenza specialistica oltre ai 6 posti di terapia intensiva e agli altri 6 di sub intensiva. 

Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 16:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA