«I parroci - anche per una esplicita richiesta di qualche anno fa dell’ex cardinale Sepe - hanno vietato che fossero portati all’interno delle chiese foto e simboli inneggianti dei pregiudicati, ora questi vessilli ce li ritroviamo nelle associazioni per la Madonna dell’Arco in occasione delle processioni». Giuseppe Ercole è il presidente dell’associazione Santa Maria delle Grazie di vico Salato ai Quartieri Spagnoli. Il tema che affrontiamo con lui è sempre quello degli omaggi religiosi o parareligiosi a persone della malavita, criminali o camorristi. In quei vicoli da mesi è forte il dibattito sull’opportunità di erigere altarini e murales, come quelli sorti per il baby-rapinatore 15enne Ugo Russo, ragazzino freddato mentre tentava con un’arma giocattolo di sottrarre un orologio ad un carabiniere fuori servizio. Non c’è solo il grande dipinto per Ugo o gli altarini. Anche nelle processioni per la Madonna, che nelle feste comandate colorano i Quartieri Spagnoli, spuntano i labari con i volti di personaggi contigui alla criminalità. «Ma non possiamo farci niente», racconta Giuseppe.
Dell’associazione di vico Salato fanno parte anche i genitori di Luigi Sica, un ragazzino che con la malavita non c’entrava nulla.
È così che le processioni per la Madonna dell’Arco sono diventate pure un modo per mettere in luce il proprio dolore da parte di parenti di personaggi malavitosi. C’è un’altra associazione dedicata alla Vergine ai Quartieri Spagnoli, in vico Politi, di cui fanno parte i genitori di Ugo Russo. L’associazione è presieduta da Ciro Ferrigno. La tragedia di una famiglia il cui dolore privato - da rispettare in ogni forma - diviene un fatto pubblico. Un altarino, un murale enorme in piazza Parrocchiella, poi processioni e fuochi d’artificio con la liberazione di palloncini bianchi da far volare verso il cielo. I parroci si oppongono, le associazioni accolgono queste manifestazioni fatte per un figlio dei vicoli. Quando 13 anni fa fu ucciso il 15enne Luigi Sica, il cardinale Sepe chiese ai ragazzi di lasciare in chiesa i propri coltelli in un cesto. A Forcella, per Annalisa Durante, uccisa a 14 anni da un proiettile vagante di una faida di camorra, sono nate scuole e associazioni. Tutto intorno cappelle votive dei boss Giuliano, l’altarino di Sibillo, fino alla scorsa settimana quelli per Luigi Caiafa. I morti, così, tra omaggi e processioni, sembrano davvero tutti uguali.