Ucraina, svolta della Cina: in campo insieme alla Turchia per il “cessate il fuoco”. Ma Kiev fa resistenza

Xi manda i suoi a Gedda per smarcarsi da Mosca: "Pechino imparziale"

Lunedì 7 Agosto 2023 di Marco Ventura
Ucraina, svolta della Cina: in campo insieme alla Turchia per il “cessate il fuoco”

L’attesa “svolta” cinese sull’Ucraina prende corpo a Gedda, in Arabia Saudita. L’inviato di Xi per gli affari euroasiatici e plenipotenziario di Pechino per il percorso che dovrà condurre al negoziato, Li Hui, lascia la riunione in cui si sono confrontate le delegazioni di 42 Paesi tra cui Brasile e India, presente l’Ucraina e assente la Russia, non invitata, promettendo che la Cina «continuerà a rafforzare il dialogo e gli scambi con tutte le parti, a espandere costantemente consenso e fiducia, a sforzarsi di formare il più ampio accordo comune» per una soluzione politica.

Esulta Kiev, e parla di colloqui «costruttivi», contro Mosca che li bolla come «futili». Ma intanto le fonti del Financial Times confermano che l’impressione di Li Hui ai delegati occidentali è quella di voler «cercare di dimostrare che la Cina non è schierata al fianco della Russia». Le indiscrezioni parlano sì di un tentativo di Pechino, respinto dagli alleati di Zelensky, di ottenere un cessate il fuoco già in questi giorni. Tregua che congelerebbe l’avanzata russa. L’agenzia russa Ria Novosti cita una fonte interna del governo turco secondo la quale «Erdogan offrirà la sua mediazione nella risoluzione del conflitto, ribadendo la tesi secondo cui in questa guerra non ci saranno né vincitori né vinti». Il leader turco presenterà a Putin, in vista del prossimo faccia a faccia, una proposta per il cessate il fuoco, primo passo verso il tavolo per la pace. Per il momento, Kiev non è pronta e rifiuta qualsiasi compromesso, intima anzi ai russi di ritirarsi da tutti i territori occupati e annessi, inclusa la Crimea, prima di qualsiasi trattativa. 

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Di contro Maria Zacharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, liquida la riunione di Gedda come tentativo del «regime di Kiev» e dell’Occidente di imporre «un ultimatum senza senso», il ripiegamento di Mosca, che servirebbe solo a «prolungare il conflitto». La Zacharova ribadisce le condizioni di Putin: la «neutralità» dell’Ucraina tra i blocchi occidentale e russo, e la presa d’atto della «nuova realtà territoriale» disegnata dalle armi e dai cosiddetti referendum. «Nessun incontro sull’Ucraina può avere un valore aggiunto senza la partecipazione della Russia o senza tenere conto dei suoi interessi». 

SVOLTA 

Ma è la Cina adesso a fare la differenza, e probabilmente la rottura del patto sul grano da parte di Putin è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Pechino ha interesse a mantenere l’alleanza con la Russia, magari come vassalla dopo l’indebolimento provocato dalla «campagna di Ucraina», ma neanche può tollerare una fonte crescente di instabilità dei mercati e dei commerci, come dimostra la crisi del grano e la militarizzazione del Mar Nero. Ed ecco allora che la Cina partecipa all’iniziativa di Gedda anche senza la Russia, dopo aver rifiutato di presenziare a un analogo incontro a Copenaghen. Ecco la telefonata del ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, al suo omologo russo, Lavrov, per dire che nonostante il patto di ferro tra i due Paesi, la Cina «manterrà una posizione indipendente e imparziale in qualsiasi circostanza internazionale e multilaterale, esprimerà un’opinione obiettiva e razionale, promuoverà attivamente la riconciliazione, faciliterà i negoziati, e farà ogni sforzo per trovare un modo per una risoluzione politica». Intanto, l’inviato cinese ha confermato che tornerà a riunirsi con i suoi omologhi, consiglieri diplomatici e consiglieri per la sicurezza nazionale dei leader, tra un mese e mezzo quando il formato di Gedda verrà replicato. Sul tappeto c’è sì il piano cinese in 12 punti, che prevede fra l’altro il riconoscimento della sovranità e indipendenza dell’Ucraina come punto di partenza, ma c’è soprattutto quello in 10 punti di Kiev, sul quale si è deciso di creare gruppi di lavoro distinti. 

PUNTI DI VISTA 

Poi ognuno legge i risultati conseguiti a Gedda a proprio modo. Per il braccio destro di Zelensky, Andriy Yermat, il summit «ha inferto un duro colpo alla Russia», anzitutto perché Mosca ora è isolata. L’unica non invitata. Per il ministro degli Esteri italiano, Tajani, «la presenza della Cina a Gedda rappresenta certo un importante passo in avanti». E il consigliere diplomatico della premier Meloni, Francesco Talò, in un tweet scrive che «l’Italia sostiene l’Ucraina nei suoi sforzi per una pace giusta». Giusta e duratura, se il segretario di Stato Usa, Blinken, ha parlato al telefono con l’omologo ucraino, Kuleba, soprattutto della sicurezza a lungo termine che si dovrà garantire a Kiev dopo il cessate il fuoco e la pace. Ossia, la prospettiva dell’ingresso (e di che tipo) nella Nato. 

Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 13:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA