La Russia sta cercando un pretesto per invadere l’Ucraina, dice il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan.
LE MOSSE
Gli Usa hanno spostato un battaglione di bombardieri F16 dalla Germania alla Romania, e hanno consegnato in totale 1.200 tonnellate di munizioni all’Ucraina. Il vice capo del consiglio per la Difesa nazionale ucraina, Ruslan Demchenko, dice che gli attacchi cibernetici russi sono triplicati nelle ultime settimane, come accadde alla vigilia dell’invasione in Crimea. Biden ha parlato ieri con i suoi alleati europei, canadesi e britannici, in una teleconferenza a dieci voci alla quale ha partecipato anche il nostro primo ministro Mario Draghi che concorda con Biden: «Sì alle sanzioni ma lasciamo la porta aperta al dialogo». Il presidente francese Macron e quello Usa parleranno oggi di nuovo con Putin mentre gli Stati Uniti sono pronti a inviare altri 3 mila soldati in Polonia. La Ue e gli Usa stanno preparando i pacchetti di sanzioni finanziarie con i quali risponderebbero ad un eventuale attacco, ma il consenso è difficile da trovare sui punti più incisivi. L’Austria si è chiamata fuori da un blocco delle forniture di gas del NordStream 2; al Campidoglio di Washington si fatica ad approvare misure preventive che puniscano lo spiegamento militare già messo in atto da Putin. Il premier britannico Boris Johnson ha detto di «avere paura per la sicurezza dell’Europa nelle circostanze attuali» e ha lanciato un appello all’unità sulle sanzioni. Mosca nega ancora di avere come obiettivo l’invasione dell’ex repubblica sovietica, e denuncia quella che considera come una provocazione in atto per permettere alla Nato di annettersi l’Ucraina e di installare i suoi missili a ridosso del confine russo. Anche il suo personale d’ambasciata era in partenza ieri da Kiev, in una manovra che il governo Zelenski considera arbitraria, forse intesa a costruire una falsa denuncia di ostilità anti-russa. Le comunicazioni si incrociano tra i continenti. I capi di Stato maggiore di Usa e Russia si sono parlati al telefono; il ministro degli Esteri britannico Wallace si è seduto a Mosca con il suo omologo Serghiei Shoigu. Ma nessuno degli scambi finora sembra in grado di generare una vera trattativa per la de-escalation militare. E in questa attesa funesta Wall Street ha perso ancora terreno ieri e il petrolio è salito a 94 dollari al barile, ai massimi da sette anni.