Sottomarino disperso, i parenti dei passeggeri morti: «Sos lanciato tardi. Sapevamo che non sarebbero tornati»

Avevano firmato una liberatoria prima di salire a bordo ma ora c'è la possibilità di cause milionarie

Venerdì 23 Giugno 2023 di Mauro Evangelisti
Sottomarino disperso, i parenti dei passeggeri morti: «Sos lanciato tardi. Sapevamo che non sarebbero tornati»

Il sommergibile non aveva mai superato i controlli di sicurezza da parte delle autorità competenti perché la società costruttrice aveva detto che «si sarebbe perso troppo tempo»; numerosi esperti avevano avvertito: quel sommergibile è pericoloso e un ex dirigente della società OceanGate, poi licenziato, aveva messo in guardia sul fatto che il finestrino era stato collaudato per resistere a una pressione pari a quella che c’è a 1.200 metri di profondità, non a 4mila come invece prevedevano le immersioni per vedere il relitto del Titanic. Secondo la Guardia costiera proprio la pressione ha causato una catastrofica implosione. La tragedia del Titan alimenta il grande dolore dei familiari dei cinque passeggeri, ma apre anche le porte a una lunga serie di cause milionarie.

Certo, i passeggeri che avevano pagato 250mila dollari per questa esperienza avevano anche firmato una liberatoria in cui accettavano i rischi e la possibilità di morire nel viaggio, ma di fronte a un tribunale quelle firme potrebbero perdere di reale sostanza.

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C’è dell’altro: Kathleen Cosnett, cugina di Hamish Harding, in una intervista al Telegraph, ha accusato la società che ha organizzato il viaggio, l’OceanGate appunto, di avere aspettato troppo tempo prima di lanciare l’allarme, ritardando in questo modo le ricerche. «Hanno atteso otto ore da quando si sono interrotte le comunicazione con il Titan prima di chiedere aiuto». A quanto pare il sommergibile è sparito alle 9.45 di domenica (ora locale), ma la guardia costiera è stata avvertita solo alle 17.40. In pratica, di fronte al rischio di un danno di immagine causato dall’incidente, secondo i familiari di una delle vittime si è preferito aspettare prima di lanciare l’allarme. Raccontano al Daily Mail i residenti di St. John’s, Terranova, la cittadina sulla costa: «Sapevamo che non sarebbero tornati, una cosa del genere non sarebbe mai dovuta succedere».

 

Ancora: chi pagherà le ricerche? La mobilitazione è stata massiccia e dispendiosa. Sono impegnati uomini e mezzi delle Guardie costiere canadese e statunitense, ci sono navi private arrivate anche dalla Norvegia, dalla Francia e aerei dal Regno Unito. Sono stati utilizzati mezzi sofisticati come i robot telecomandati decisivi nell’individuazione dei detriti. Il conto finale sarà di molti milioni di euro. Va detto che a bordo del Titan c’era anche l’amministratore delegato di OceanGate, la società che aveva organizzato il viaggio, il sessantunenne Stockton Rush che era anche il pilota. Wendy Rush, la moglie, è la pronipote di Isidor e Ida Strauss, due passeggeri di prima classe che erano a bordo del Titanic quando affondò nel 1912. In qualche modo la loro storia ricorda quella raccontata da James Cameron nel film Titanic, anche se in realtà la successione degli eventi è diversa rispetto alla trama della pellicola. I sopravvissuti dissero di aver visto Isidor rifiutare un posto su una scialuppa finché tutte le donne e i bambini non si fossero salvati. Secondo gli archivi nazionali del governo britannico, anche Ida fece lo stesso: «Dove vai tu, vado io».

Ultimo aggiornamento: 08:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA