Putin, la guerra dei diamanti (in cambio delle armi): Mosca vuole le miniere dei Wagner

La Ue pronta a chiedere al G7 il bando alle gemme grezze dei russi

Martedì 19 Settembre 2023 di Marco Ventura
Putin, la guerra dei diamanti (in cambio delle armi): Mosca vuole le miniere dei Wagner

È una vera e propria "guerra dei diamanti" quella che si sta combattendo all'ombra del conflitto in Ucraina e attraversa almeno tre continenti: Asia, Europa e Africa.

L'Unione Europea si prepara a chiedere al G7 di mettere al bando i diamanti russi, di fatto applicando le sanzioni anche alle gemme grezze e non tagliate che inondano il mercato globale e provengono dalle miniere della Federazione, che è il più grande fornitore al mondo. «Stiamo parlando di ristrutturare il mercato globale tagliando fuori i diamanti russi dal mercato del G7», dice una fonte anonima belga al "Times" di Londra. Il G7 vale da solo il 70 per cento del mercato complessivo dei diamanti, pari a 77 miliardi di euro l'anno. La compagnia mineraria di Stato russa, Alrosa, da sola fornisce un terzo di tutti i diamanti del globo, con ricavi per il Cremlino da 3 miliardi di euro l'anno che sono destinati a pagare la prosecuzione della guerra. Il problema è come applicare il divieto.

 

Doppia difficoltà

Da un lato, infatti, sono schierati per le sanzioni sui diamanti russi il Belgio, che storicamente è un mercato fondamentale perché belga è il più importante snodo commerciale di diamanti, Anversa, e ovviamente la Ue. Dall'altro, la multinazionale sudafricana De Beers e il World Diamond Council che ha il supporto dell'India, dove viene tagliato il maggior numero di gemme. Insomma, uno scontro fra titani sullo sfondo della guerra. Il paradosso è che con l'invasione dell'Ucraina i russi hanno potenziato le forniture di diamanti, raddoppiandole, anche se i prezzi sono rimasti stabili avendo trovato strade alternative per lo smercio negli Stati Uniti e nel resto del G7. Fervono incontri e negoziati. Scrive il "Times" che a margine della Assemblea dell'Onu dovrebbe tenersi un colloquio tra il premier belga, Alexander De Croo, e il direttore esecutivo di Cartier, Cyrille Vigneron, che insieme ad altri rivenditori di diamanti preme per mettere al bando i diamanti russi, da confinare a un livello di prezzo più basso indirizzato fra l'altro alla Cina. In Russia c'è metà delle miniere di diamanti del mondo. E i ricavi si traducono in munizioni e missili da usare contro le città ucraine. Il gruppo De Beers, da parte sua, dice di non sapere nulla delle discussioni in corso in Belgio e nella Ue e chiede che non venga favorito un centro di smercio piuttosto che un altro. Niente bando ai russi, insomma. De Beers, per inciso, ha visto venti suoi dipendenti morire nell'incidente di un bus nella provincia mineraria sudafricana di Limpopo.

 

Il tracciamento

Si dibatte pure su come tracciare le pietre russe. A questo scenario si aggiunge la riorganizzazione delle truppe mercenarie Wagner soprattutto nella Repubblica centrafricana, dove i contractor di Prigozhin garantiscono la protezione della leadership golpista, ma anche delle miniere di oro e diamanti in alcune regioni del Paese sotto minaccia delle forze ribelli. Il presidente, Faustin-Archange Touadéra, intervistato a Bangui, ha ufficializzato il passaggio dal comando che fu di Prigozhin e Utkin a quello del ministero della Difesa di Mosca. «È sempre con il governo russo che ci siamo confrontati», ha ammesso il presidente. E un suo consigliere, Fidele Gouandjika, ha aggiunto che tutti i mercenari che non vorranno sottostare alla catena di comando governativa non avranno altra scelta se non tornarsene in Russia. «È la Russia che li ha mandati e armati. E soltanto la Russia deciderà quando se ne andranno». In 450, stando a un diplomatico occidentale citato dal Washington Post, già hanno preso il volo. E l'indebolimento causato dalla rivolta del capo di Wagner e dalla sua morte in un disastro aereo insieme ai suoi numeri 2 e 3 nell'organizzazione, ha portato negli ultimi giorni a un'avanzata delle forze ribelli a est, nord e ovest, specie in direzione della città nordorientale di Ndele famosa, da notare la coincidenza, per le sue miniere di oro e diamanti. Il meccanismo di pagamento dei mercenari passa per le miniere. Una percentuale sui proventi dei diamanti esportati resta nelle tasche della holding Wagner, oggi del Cremlino, e dei suoi professionisti della guerra.

Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 08:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA