Orban: «Il patto sui migranti è fallito». Cos'è, come funziona e quali sono i Paesi dell'Ue contrari

Intervento all'Assemblea magiara, il premier ungherese è tornato a parlare della situazione dell'immigrazione

Lunedì 25 Settembre 2023
Orban, «il piano sui migranti è fallito»: si complica il percorso europeo per il nuovo patto sulla migrazione e l'asilio

Attacco all'Unione Europea da parte di Viktor Orban. In un intervento all'Assemblea magiara, il premier ungherese ha infatti detto che «Il Patto sulla migrazione di Bruxelles è fallito. Al confine meridionale dell'Ungheria, la violenza è in aumento poiché i migranti illegali sparano di notte con armi automatiche.

Finora l'Ungheria ha impedito 128.000 attraversamenti illegali delle frontiere, con 168 attacchi gravi contro le pattuglie di frontiera».

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Patto sui migranti, la situazione

Si complica il percorso europeo per il nuovo Patto sulla migrazione e l'asilio. L'Eurocamera ha infatti deciso la sospensione dei negoziati su due file del pacchetto legislativo - il database europeo e lo screening congiunto sugli arrivi - come reazione al perdurare dell'impasse tra i Paesi membri sul testo per la regolamentazione delle crisi migratorie.

Sul testo, che riguarda sostanzialmente la redistribuzione dei migranti in caso di un'ondata di flussi, pesano i veti di Polonia, Ungheria e, finora, della Germania. Veti che non permettono l'approvazione a maggioranza qualificata della direttiva. La mossa dell'Eurocamera è arrivata nel corso della riunione gruppo di contatto sull'asilo e si è consumata proprio mentre, sul dossier migranti, erano riuniti i Rappresentanti Permanenti dei 27. In questo caso qualche piccolo passo avanti si è registrato: è stato chiesto alla presidenza spagnola che la Commissione, alla riunione dei ministri dell'Interno del 28 settembre, faccia un'informativa sia sul piano Lampedusa annunciato da Ursula von der Leyen sia sullo stato dell'arte del Memorandum d'intesa con la Tunisia. Italia, Francia e Paesi Bassi hanno lanciato la richiesta sul tavolo. Gran parte dei presenti l'ha accolta positivamente rimarcando, parallelamente, la necessità di superare lo stallo sul Patto sulla migrazione. Anche alla riunione degli ambasciatori, tuttavia, Polonia e Ungheria hanno marciato in senso contrario alla maggioranza. Il governo guidato da Mateusz Morawiecki, in piena campagna elettorale, non accenna a smussare gli attacchi ai dieci punti proposti da von der Leyen per Lampedusa. Viktor Orban è tornato a sottolineare che ai confini magiari «la pressione dell'immigrazione clandestina aumenta a causa delle politiche fallimentari di Bruxelles», con 125 mila tentativi di ingressi illegali bloccati dalle autorità di Budapest.

Al Consiglio Affari Interni ci sarà «uno scambio sostanziale» anche in merito all'impasse sul Patto sulla migrazione. Il tema sarà prioritario anche al vertice dei leader di Granada, dove è possibile che Giorgia Meloni rilanci l'ipotesi di una missione navale comune per bloccare le partenze. «Non commentiamo proposte che emergono a livello nazionale. Qualsiasi decisione su queste missioni è nelle mani dagli Stati membri e va presa all'unanimità dei 27», ha puntualizzato la Commissione. Ricordando tuttavia un dato: l'Operazione Sophia fallì per mancanza di mezzi e, soprattutto, per i dissidi tra gli Stati membri sui soccorsi in mare. A tendere una mano all'Italia, nel frattempo è stata Frontex. L'agenzia Ue, che ha già inviato 40 suoi membri a Lampedusa, si è detta disponibile ad un ulteriore supporto con l'obiettivo di velocizzare le attività di rimpatrio.

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