Nei video della liberazione, gli anziani vengono accompagnati negli ultimi passi verso il pulmino bianco del Comitato internazionale della Croce Rossa di Ginevra.
Ostaggi, liberata da Hamas la bambina americana Abigail Idan e altri sette minori: chi sono
I RACCONTI
I redivivi parlano di scarsità di cibo e di fame, la stessa che però affligge un po' tutti gli abitanti della Striscia. Soprattutto nelle ultime due settimane prima del rilascio, le razioni si erano ridotte a un po' di riso. E, poi, la paura e le notti insonni, stesi per terra o su sedie di plastica, alcuni legati. La paura di morire sotto le bombe nei raid israeliani o di essere linciati dalla folla a Gaza, fino al trasferimento verso la libertà. Non devono ingannare, ovviamente, i sorrisi forzati e i saluti obbligati con le mani che fanno "ciao ciao" ai carcerieri, nei filmati diffusi da Hamas che dovrebbero dimostrare un trattamento di favore. Raccontano gli ex ostaggi che in alcuni casi erano abbandonati a sé stessi in stanze chiuse, e dovevano cucinarsi da soli con quel poco che gli veniva dato. Verso la fine, a parte qualche cucchiaio di riso c'era appena la disponibilità di una focaccia al giorno.
NESSUNA VIOLENZA
Keren Munder, liberata venerdì, per bocca di sua cugina ha fatto sapere che c'erano giorni in cui si pativa la fame e si aveva a disposizione appena un tozzo di pane. Nessuna tortura, in compenso. Alcuni prigionieri sono stati autorizzati anche ad ascoltare la radio israeliana e è così che Hannah Katzir ha saputo del figlio assassinato, ma solo il giorno della liberazione ha appreso che il marito era tenuto pure lui ostaggio a Gaza. Le famiglie sono state separate. Donne e bambini da una parte, gli uomini dall'altra. Itai Pessach, un primario di pediatria allo Sheba Medical Center, si rallegra che nonostante tanti giorni di prigionia, nessuno degli otto bambini e delle quattro donne che ha visitato «necessiti di interventi medici importanti o urgenti». Stabili pure le condizioni degli ostaggi accolti dagli ospedali Soroka e Shamir. Da Washington, Biden ha riconosciuto dopo la liberazione del primo gruppo di israeliani che «tutti questi ostaggi sono passati attraverso un calvario terribile, questo è solo l'inizio di un lungo viaggio verso la guarigione, gli orsacchiotti ha detto aspettano i bambini negli ospedali e stanno là a ricordare il trauma che questi piccoli hanno attraversato nella loro tenera età». Anche perché molti lasciano a Gaza i familiari o hanno assistito alla loro uccisione il 7 ottobre.