Nord Stream, navi russe nella zona dell'esplosione del gasdotto: il report tra intercettazioni e immagini satellitari

Mosca ha respinto le responsabilità accusando l'America, il Regno Unito e la stessa Ucraina. Ma, sin dal primo momento, in Occidente tanti hanno puntato il dito contro la Russia

Mercoledì 3 Maggio 2023 di Cristiana Mangani
Nord Stream, navi russe nella zona dell'esplosione del gasdotto: il report tra intercettazioni e immagini satellitari

Un nuovo report investigativo colloca navi russe, in grado di eseguire operazioni subacquee, nel tratto di mare vicino alla zona dove sono avvenute le esplosioni dei gasdotti Nord Stream.

La localizzazione è avvenuta utilizzando intercettazioni di comunicazioni proprio interne alla Marina di Mosca.

Le esplosioni dello scorso settembre hanno messo fuori uso i due gasdotti Nord Stream, costruiti per trasportare il gas dalla Russia all'Europa. E la causa è rimasta dubbia. Mosca ha respinto le responsabilità accusando l'America, il Regno Unito e la stessa Ucraina. Ma, sin dal primo momento, in Occidente tanti hanno puntato il dito contro la Russia. Mentre più recentemente alcuni segnalazioni dell'intelligence ha indicato anche agenti filo-ucraini come i sabotatori, sebbene non lo stesso governo ucraino.

L'inchiesta su Nord Stream

Indagini formali sono ancora in corso nei paesi vicini al luogo dell'esplosione. Finora, queste nazioni hanno solo affermato di ritenere che le esplosioni siano state il risultato di un sabotaggio piuttosto che di un qualsiasi tipo di incidente. Ma l'ultimo programma della serie di documentari televisivi Putin's Shadow War e il podcast in lingua inglese Cold Front hanno fornito una possibile pista che indica il coinvolgimento della Russia. La serie delle emittenti danese DR, norvegese NRK, svedese SVT e finlandese Yle ha rivelato il mese scorso che, nel periodo dell'esposione, c'erano navi russe nella zona ma che, ufficialmente, erano lì per mappare i parchi eolici nel Mare del Nord, anche al largo della costa del Regno Unito.

Ora, l'ultimo episodio si è concentrato su questo nuovo elemento secondo il quale le navi del Cremlino hanno effettuato movimenti sospetti nel periodo precedente alle esplosioni del Nord Stream. Solo cinque giorni prima delle esplosioni, secondo quanto riferito nel documento investigativo, il rimorchiatore russo SB-123 è arrivato nella zona e vi è rimasto per un'intera serata e notte. E oltre a questo vengono collocati in quel tratto di mare anche la nave da ricerca navale russa Sibiryakov e una terza nave della flotta navale russa che i media non sono stati in grado di identificare per nome. Le cosiddette "navi fantasma", i cui trasmettitori erano spenti.

Le emittenti televisive, tuttavia, hanno affermato di essere state in grado di tracciare i loro movimenti, utilizzando le comunicazioni radio intercettate dalle navi inviate alle basi navali russe tra giugno e settembre 2022. Questi movimenti sono stati monitorati da un ex ufficiale dell'intelligence navale britannica, che ha lavorato all'intercettazione della flotta baltica russa fino al suo ritiro nel 2018. Lo 007 è rimasto anonimo nel documentario ma ha dichiarato di aver utilizzato informazioni open-source e comunicazioni radio per effettuare la sua ricerca. Si dice che queste navi siano rimaste nelle vicinanze di un luogo dell'esplosione per diverse ore e, in un caso, per quasi un giorno intero. Inoltre la nave Sibiryakov è in grado di sorvegliare e mappare sott'acqua, nonché di lanciare un piccolo veicolo sottomarino.

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Le immagini satellitari

L'ex ufficiale dell'intelligence della Royal Naval ha spiegato che a giugno proprio quella nave ha preso un'insolita rotta di navigazione, intorno al luogo in cui l'oleodotto sarebbe successivamente esploso, e ha cambiato il suo schema di comunicazione in un ricevitore segreto. Un'altra nave senza nome era presente nello stesso tratto la settimana precedente a giugno. E una ulteriore terza nave, il rimorchiatore navale SB-123, sarebbe arrivata appena cinque giorni prima delle esplosioni di settembre. Dalle comunicazioni radio è emerso - secondo il report - che sia rimasta lì per tutta la sera e la notte prima di salpare verso la Russia.

 

Inoltre, esisterebbero immagini satellitari esaminate dalle emittenti che confermerebbero questa tesi. Senza contare che altri di intelligence dei servizi tedeschi hanno anche loro evidenziato la presenza nell'area delle navi sospette il 21-22 settembre. Per gli esperti, Sibiryakov può essere utilizzata per supportare e salvare sottomarini e ha la capacità di effettuare operazioni sul fondo del mare. La scorsa settimana, poi, è emerso che l'esercito danese aveva scattato 26 fotografie di un'altra nave della marina russa specializzata in operazioni sottomarine sempre nella stessa zona. In particolare, un giornale danese ha detto che la nave di salvataggio sottomarina SS-750 è stata fotografata quattro giorni prima delle esplosioni nelle vicinanze. E non è una nave qualunque, perché può trasportare un mini sottomarino.

Il documentario, comunque, non ha concluso dicendo che esistono prove definitive e totalmente accertate riguardo a quello che le navi stavano facendo nella zona, o che la Russia sia la responsabile dell'esplosione. Ma ha sollevato interrogativi sulla natura insolita dell'attività. Tutto questo mentre Mosca ha costantemente negato qualsiasi coinvolgimento nelle esplosioni.

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