Migranti, strage in Grecia e accuse. «In 750 su quel barcone»: nella stiva donne e bambini

Sono 79 i morti accertati ma si teme un bilancio terribile

Giovedì 15 Giugno 2023 di Cristiana Mangani
Migranti, strage in Grecia e accuse. «In 750 su quel barcone»: nella stiva donne e bambini

Il numero delle vittime sale di ora in ora: una tragedia epocale quella che si è consumata a largo di Pylos, a 41 miglia dalle coste greche del Peloponneso e a ridosso dell'aerea Sar italiana. Ancora una volta il Mediterraneo diventa una bara per disperati in cerca di salvezza in Europa. La segnalazione inviata dall'Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera (Frontex) parla di circa 750 persone a bordo di un peschereccio di 30 metri, partito dalla Libia, dal porto di Tobruk nella Cirenaica, dove "il padrone" resta il feldmaresciallo Khalifa Haftar. E da dove sta partendo il maggior numero di migranti diretti in Italia. Nei giorni scorsi, un rapporto per uso interno della Task force regionale dell'Unione europea (Eurtf) aveva previsto la traversata «di tre grandi pescherecci», proprio da quelle coste.

Circa duemila persone per le quali i trafficanti di uomini stavano preparando il viaggio. Uno di quei barconi "annunciati" potrebbe essere proprio quello naufragato ieri: era partito cinque giorni fa, direzione Italia. L'aereo di Frontex lo ha avvistato martedì e la sua presenza è stata segnalata più volte anche da Alarm phone, da alcuni attivisti e dalle Ong, ma nessuno sarebbe intervenuto per soccorrerli.

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Il peschereccio si è ribaltato al largo di Pylos, trascinando nel mare profondo il carico di esseri umani: tantissime donne e bambini che si trovavano nella stiva, dopo essere scappati dalla Siria, dal Pakistan, dall'Egitto. La televisione ellenica Ert parla di 104 superstiti, tra questi ventisei ricoverati nell'ospedale di Kalamata con ferite lievi o ipotermia, tutti uomini, giovani e di mezza età. I corpi recuperati sono al momento, 79, ma il numero sale di continuo. È il peggior naufragio dal 2015 avvenuto in Grecia.

«SI È RIBALTATA»

A causare l'incidente potrebbe essere stato un improvviso spostamento dei passeggeri da un lato del barcone. In questi giorni il mare non è calmo. Alcuni testimoni hanno riferito dell'avvicinamento di due navi che avrebbero tirato loro delle bottiglie d'acqua. Per prenderle le centinaia di persone a bordo avrebbero fatto pericolosamente oscillare il peschereccio rischiando di farlo capovolgere. Poi più nessuna notizia. Resta da capire se si tratti della stessa barca naufragata o di un'altra sulla stessa rotta. «La parte esterna della nave era piena di persone, sospettiamo che lo stesso valga per l'interno», spiega Nikolaos Alexiou, comandante e portavoce della Guardia costiera greca. Almeno 400, secondo l'Oim, ma secondo le prime ricostruzioni dei sopravvissuti, «il numero dei passeggeri era di 750». Lo stesso numero fornito da Alarm phone, che già due sere fa era stata contattata per segnalare un'imbarcazione in difficoltà. Anche un aereo dell'agenzia europea Frontex aveva avvistato il peschereccio intorno a mezzogiorno del 13 giugno. «I migranti - racconta la Guardia costiera greca - hanno poi rifiutato l'assistenza e hanno dichiarato di voler proseguire il viaggio verso l'Italia». Ma Alarm phone smentisce questa ricostruzione sostenendo che la Guardia costiera ellenica era «stata allertata alle 16,53» così come «le autorità greche e le altre europee (Italia e Malta). Ma che non è stata avviata un'operazione di salvataggio».

 

POCHE SPERANZE

Tante ore preziose sarebbero state perse, con le prime operazioni di soccorso effettuate dallo yacht Mayan Queen IV, con bandiera delle Cayman. Alexiou spiega che i soccorritori continuano «a operare al largo di Pylos e continueranno a farlo anche di notte, con l'assistenza del C-130 dell'Aeronautica militare». Le speranze di trovare superstiti, però, si affievoliscono ogni ora che passa. Secondo le testimonianze di chi si è salvato, nessuno a bordo indossava il giubbotto di salvataggio. Mentre tre presunti scafisti sono stati fermati.
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha sottolineato la necessità di «continuare a lavorare insieme, con gli Stati membri e i Paesi terzi, per prevenire queste tragedie». Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha dichiarato che «bisogna porre fine al business senza scrupoli dei trafficanti», e ha annunciato che «i leader dell'Ue affronteranno la questione al vertice di giugno».
 

Ultimo aggiornamento: 16 Giugno, 15:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA