Il paziente zero, cioè la prima persona che si è ammalata di Covid in Cina, è un contabile. Prima dell'8 dicembre, il giorno in cui sono apparsi i sintomi, ha usato i mezzi pubblici ma non ha lasciato Wuhan.
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Tutto questo viene reso noto all'indomani della diffusione della notizia che tre ricercatori del laboratorio cinese di virologia a Wuhan si sarebbero ammalati nel novembre del 2019 a tal punto da farsi ricoverare in ospedale. Una rivelazione, che sarebbe contenuta in un rapporto dell'intelligence Usa finora top secret, giunta in coincidenza con l'Assemblea mondiale della sanità a Ginevra, l'organo legislativo dell'Oms che dovrebbe discutere di una nuova inchiesta sul coronavirus nonché di un trattato per garantire più cooperazione e trasparenza a livello internazionale anche in vista di nuove pandemie. La notizia dei tre ricercatori è stata smentita dalla Cina: il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Zhao Lijian, ha parlato di «rapporto non veritiero». Secondo la Cina si tratta di teorie del complotto messe in atto per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dalla gestione americana della pandemia.
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L'allegato del rapporto dell'Oms, fa sapere la Cnn, parla anche di dati sulla mortalità in eccesso in Cina nel gennaio 2020, che potrebbero mostrare le prime vittime del virus. «I numeri sulla mortalità in eccesso che spuntano nella terza settimana di gennaio a Wuhan, e un po' più tardi nell'Hubei, si riferiscono a infezioni della seconda metà di dicembre. Questo potrebbe indicare «una notevole circolazione del virus non rilevata a dicembre a Wuhan e poi successivamente a Hubei». A pagina 116 dell'allegato, spiega la Cnn, si ricorda anche la decisione della Cina di distruggere i primi campioni del virus. Il rapporto afferma che la logica cinese è stata quella di non avere «centinaia di migliaia di campioni positivi in centinaia di ospedali in un momento in cui il loro sistema sanitario stava lottando al culmine dell'epidemia».
Le tensioni sul sistema sanitario, infatti, sono state notevoli già all'inizio della pandemia. L'allegato afferma, ad esempio, che l'ospedale Xinhua «ha avuto un aumento del 40% delle visite ambulatoriali per la febbre» nel dicembre 2019 rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. «Numerosi dati nel rapporto rivelano un'epidemia di influenza diffusa nella provincia di Hubei e nelle aree circostanti alla fine del 2019, mostrando un picco significativo a Wuhan. La causa e le conseguenze dello scoppio di malattie simil-influenzali non sono ancora chiare». Ma la «contemporanea comparsa dell'epidemia di influenza con i primi casi di virus spiega le difficoltà di identificare i casi di Covid a dicembre e all'inizio di gennaio. Non è chiaro, infatti, l'impatto che il picco dell'influenza ha avuto sul rilevamento dei primi casi».
Infine, l'allegato al rapporto sostiene che le prime persone positive hanno avuto contatti con un totale di 28 mercati. Il paziente zero aveva un parente che ha visitato un mercato dove vengono commerciati animali vivi. Ma non ha avuto alcun contatto con questo mercato. L'aumento dei dati su come pochi casi iniziali abbiano avuto contatti con il mercato di Huanan, il primo epicentro noto della pandemia, ha reso più difficile stabilire il suo ruolo nella diffusione iniziale del Covid. Ma non lo ha escluso come punto di introduzione del virus a Wuhan».