Controffensiva Ucraina, la guerra si congela: arriva l'inverno. Così cambia il conflitto (e le prospettive di pace)

Gli analisti: si va verso un lungo conflitto d'attrito sul campo. SI ridurranno anche gli spazi di manovra

Domenica 17 Settembre 2023 di Marco Ventura
Ucraina, la guerra si congela: arriva l'inverno. Così cambia il conflitto (e le prospettive di pace)

La scesa in campo di Generale Inverno, il maltempo, ha sempre favorito i russi. E rischia di farlo anche adesso che l’Ucraina si trova in piena (anche se lenta) avanzata, a corto di tempo prima che si accorcino le giornate e della pioggia battente e di neve e ghiaccio. Un reportage del “Wall Street Journal” indica proprio nel maltempo il «prossimo nemico dell’Ucraina sul campo di battaglia». E cita il capo degli stati maggiori Usa, Mark Milley. «Le forze ucraine hanno ancora fra 30 e 45 giorni buoni per combattere, prima che il tempo cambi». Un mese e mezzo. Fine ottobre il limite oltre il quale il conflitto si cristallizzerà in una statica contrapposizione tra trincee e nessuno potrà andare all’attacco. Stando alla maggioranza degli analisti, diventeranno complicati i movimenti di mezzi e truppe, il lancio dei droni, l’invio di armi al fronte e il ricambio di soldati. I carri armati rischieranno di restare impantanati, com’era successo alla fine di febbraio ai tank russi diretti a Kiev. «La pioggia renderà il lavoro molto più difficile», ammette Oleksandr Solonko, capo di un’unità di dronisti ucraini. «Il fango limiterà la manovrabilità.

Le direttrici logistiche sono già limitate e col maltempo le opzioni diminuiranno ancora. Si restringeranno le opportunità per fare avanzare i veicoli corazzati». E i droni avranno difficoltà ad alzarsi in volo e colpire i bersagli. Aumenteranno, invece, le chance per raggiungere un cessate il fuoco, primo passo verso trattative di pace. Prospettiva che però gli ucraini per il momento respingono.

IL PIANO

«I combattimenti continueranno in un modo o nell’altro», spiega il capo del servizio segreto militare di Kiev, Kyrylo Budanov. «Combattere col freddo, l’umidità e nel fango è più duro, ma le operazioni offensive proseguiranno su tutti i fronti». Da settimane le forze ucraine avanzano a sud, ora sotto Zaporizhzhia e attorno alla città occupata di Bakhmut. «Conducono la loro controffensiva orientandosi a colpire il nemico più che a liberare uno specifico tratto di territorio», dice Orio Giorgio Stirpe, che da ufficiale analista dei servizi militari italiani e Nato ha osservato per molti anni i movimenti dei russi a Est e ha previsto pure l’invasione dell’Ucraina. «Il loro obiettivo è liberare tutto il territorio occupato e non solo una parte, per farlo hanno bisogno di mettere in rotta le forze armate nemiche». L’esercito, la marina e l’aviazione. Ed è per questo che martellano con i droni le navi a Sebastopoli e le basi aeree all’interno della Federazione russa. È vero che la controffensiva procede «più lentamente di quanto quasi tutti si aspettassero, e questo perché gli ucraini non dispongono di una superiorità numerica, ma soprattutto di potere aereo, il che impone un’avanzata al rallentatore, che richiede una sostenibilità operativa estremamente prolungata». 

L’OFFENSIVA

«Le condizioni meteorologiche autunnali al sud - spiega Stirpe - sono assai meno impeditive rispetto al resto dell’Ucraina, e poi gran parte della manovra offensiva si svolge per infiltrazione di unità appiedate, in maniera lenta e sistematica, e non con azioni d’urto di unità meccanizzate. Perciò, il fango assume un valore impeditivo minore». Jens Stoltenberg, il segretario generale della Nato, ha illustrato la situazione ieri a «In Mezz’ora» su Rai 3. «L’Ucraina ha lanciato una controffensiva che tutti speravamo più spedita, ma sta gradualmente guadagnando terreno. Le guerre sono imprevedibili, quando iniziano tendono a durare più a lungo del previsto. Ecco perché - ha insistito - dobbiamo prepararci a una guerra lunga». Ma segnali positivi ci sono. «Molti di noi temevano che l’Ucraina sarebbe crollata nel giro di poche settimane e che la Russia avrebbe preso Kiev in pochi giorni. Ma è avvenuto il contrario, gli ucraini sono riusciti a respingere i russi e a liberare alcune zone. Quanto più forte è l’Ucraina sul campo di battaglia e quanto più territorio riuscirà a liberare, tanto più forte sarà al tavolo dei negoziati». Altro elemento positivo di ieri, la navigazione fino al porto di Chornomosk, lungo un corridoio protetto dagli ucraini nel Mar Nero, di due navi battenti bandiera di Palau con l’intento di caricare grano. I russi hanno paura di nuovi attacchi con missili e droni marini sulla flotta, tanto da aver arretrato alcune navi dalla Crimea al Mare d’Azov.

Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 11:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA