Prigozhin morto, la telefonata della hostess del jet prima del decollo: «Stanno riparando l'aereo». Giallo sull'intervento

«C’è stato un guasto, il velivolo è in riparazione», ha raccontato al telefono a un familiare.

Giovedì 24 Agosto 2023
Prigozhin morto, la telefonata della hostess del jet prima del decollo: «Stanno riparando l'aereo». Giallo sull'intervento

Un tazza di caffè, del pane tostato con la marmellata e, ai piedi accanto al tavolino, il suo trolley. È l’ultima foto postata sui social da Kristina Raspopova, 39 anni, assistente di volo a bordo dell’areo precipitato ieri con a bordo Yevgeny Prigozhin e il suo braccio destro Dmitry Utkin.

Kristina attendeva l’imbarco, ma il volo era in ritardo: «C’è stato un guasto, il velivolo è in riparazione», ha raccontato al telefono a un familiare.

Guasto misterioso

Le ipotesi sulle cause dello schianto del jet del capo della brigata Wagner circolano vorticosamente sui canali Telegram, tra sospetti e indiscrezioni sulle ore che hanno preceduto il decollo da Mosca dell’Embraer E35 Legacy 600 con dieci passeggeri. E c’è chi segnala una «cassa di vino costoso» caricata sull’aereo pochi minuti prima della partenza e dopo che il mezzo è stato controllato dai cani che fiutano l’esplosivo: è lì, punta il dito qualcuno, che sarebbe stata nascosta una bomba. Gli inquirenti russi che indagano sull’esplosione stanno seguendo la pista dell’esplosivo, che sarebbe stato sistemato nel vano del carrello di atterraggio dell’aereo, scrive il canale Telegram Shot citando fonti della sicurezza. Approfittando proprio della presunta riparazione di un guasto segnalata dalla hostess. Lei, a quanto riferisce il canale OSINTdefender, avrebbe potuto salvarsi se non fosse salita per libera scelta sul jet del capo della Wagner. «I suoi superiori le hanno detto di scegliere se preferisse volare mercoledì 23 agosto o giovedì 24 agosto. Kristina ha deciso di volare con Prigozhin», rivela in canale. Era pronta a partire quando i piani hanno subito uno strano rallentamento: «Decollo rimandano, è necessario un intervento tecnico straordinario». Così lei si siede al bar per un caffè, scatta un ultimo selfie e chiama la sua famiglia: «Ci ha spiegato che l’aereo era in manutenzione o in riparazione urgente. Stava aspettando l’avviso per l’imbarco». La hostess, riporta il sito web Starhit.ru, era la sorella maggiore di Yevgeny Raspopov, vice procuratore della città di Yemanzhelinsk nella regione di Chelyabinsk, entrambi sono nati in Kazakistan. Lui non era al corrente del fatto che Kristina fosse a bordo di quel volo: «Tutto quello che sapeva era che lei lavorava per una società di business jet che venivano noleggiati a chiunque potesse permetterselo», sottolinea una persona vicina a Yevgeny Raspopov.

I passeggeri

L’aereo è precipitato subito dopo il decollo sulla regione di Tver. In base ai dati di Flightradar è caduto improvvisamente alle 18,19, ora di Mosca, dopo aver raggiunto un’altitudine di crociera di 29.855 piedi sulla rotta verso San Pietroburgo. In soli 22 secondi ha perso 8.000 piedi, dopodiché ha smesso di inviare dati. La velocità dell’aereo è diminuita per poi aumentare bruscamente subito prima di puntare al suolo, evidenziano rapporti non confermati in rete. Oltre a Yevgeny Prigozhin e al comandante Dmitry Utkin, sull’aereo era presente anche un altro vice del Gruppo Wagner, Valery Chekalov, ex uomo d’affari, associato alle strutture commerciali di Prigozhin e presunto responsabile del servizio di sicurezza della milizia. Tra i passeggeri, scrive Baza, sono stati segnalati anche altri membri del gruppo Wagner: Yevgeny Makaryan, Alexander Totmin, che avrebbe combattuto in Sudan, Serghei Propustin e Nikolai Matuseyev. Il Comitato investigativo russo ha aperto un procedimento penale per violazione delle regole della sicurezza aerea, mentre le informazioni più disparate e contraddittorie si rincorrono: Prigozhin, insiste qualcuno, era su un secondo aereo, è atterrato all’aeroporto Ostafyevo di Mosca. No, è stato ucciso dagli ucraini, Putin, se avesse voluto, lo avrebbe fatto arrestare. Sulle sorti del leader della Brigata fioriscono molteplici ricostruzioni e a diffonderle sono anche i blogger vicini al Cremlino, megafono della propaganda. «Abbiamo ancora bisogno di altre informazioni», dice al Washington Post il blogger Sergei Markov, convinto che se Prigozhin è stato ucciso si è trattato probabilmente di «un attacco diretto organizzato dagli ucraini». «I russi potrebbero averlo ucciso. Ma se fosse stato dato l’ordine di liquidare Prigozhin, allora l’avrebbero ucciso da solo, senza uccidere persone innocenti - ha sottolineato - Se Putin avesse voluto, lo avrebbe fatto arrestare e basta». E poi su Telegram: «Tutti i nemici della Russia si rallegrano oggi. Nessuno crede che si tratti di un incidente». Alcuni blogger militari hanno incoraggiato i loro lettori a essere pazienti e ad attendere ulteriori informazioni. In ogni caso, ha scritto uno di loro, l’assassinio di Prigozhin avrebbe «conseguenze catastrofiche». «Le persone che hanno dato l’ordine non capiscono affatto lo stato d’animo dell’esercito e il morale», ha scritto Roman Saponkov su Telegram, alludendo alle speculazioni secondo cui il capo dei Wagner, che godeva di una certa popolarità tra i sostenitori russi della guerra, sarebbe stato in realtà ucciso.

«Non aveva paura»

Gli Stati Uniti e altri funzionari occidentali si aspettavano da tempo che Putin attaccasse Prigozhin, nonostante avesse promesso di far cadere le accuse in un accordo che poneva fine all’ammutinamento del 23-24 giugno. «Non so con certezza cosa sia successo, ma non sono sorpreso - ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden - Non c’è molto di quello che accade in Russia a cui Putin non sia dietro». Da una fonte vicina a Prigozhin trapela che il capo della Wagner fosse «sicuro che Putin gli avrebbe perdonato tutto e non aveva paura di nulla. Ripeteva che sapeva molto su Putin, vedremo se ora spunterà qualcosa dai suoi archivi». Per il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak «Prigozhin ha firmato la sua condanna a morte nel momento in cui credeva nelle strane garanzie del leader bielorusso Alexander Lukashenko e nell’altrettanto assurda “parola d’onore” di Putin». La provocatoria rimozione di Prigozhin e della squadra «due mesi dopo il tentativo di colpo di Stato è il segnale di Putin alle élite russe in vista delle elezioni del 2024 - riflette - Sono state avvertite di fare attenzione, perché la slealtà equivale a morte». Il deputato russo e fanatico pro-guerra Mikhail Delyagin fornisce ovviamente una lettura differente: «Dubito fortemente della morte di Prigozhin e Utkin. Persone come queste a volte organizzano disastri fittizi per abbandonare la scena pubblica quando le cose vanno male».

Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 00:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA