Un gruppo di giuriste si scaglia contro l’App Immuni. A loro parere «viola principi fondamentali di derivazione comunitaria a cui l’Italia deve necessariamente attenersi, nel momento in cui, senza alcuna base di legge, si impone alle persone l’indicazione di dati coperti dalla privacy, che sono riservati e strettamente personali».
Le avvocate che aderiscono al Soroptimist International non hanno dubbi sul fatto che la gestione emergenziale «imposta dall’attuale pandemia non può comunque prescindere dal necessario rispetto dell’equilibrio tra i poteri dello Stato».
Una app che a loro dire impone alle persone l’indicazione di una serie di dati strettamente personali in funzione del monitoraggio, se non addirittura dell’impedimento, dell’esercizio del diritto fondamentale di libertà di circolazione e movimento, misure che possono essere imposte solo per legge.
«Per evitare l’illegittima compressione dei diritti di tutti, e quindi anche delle donne e delle categorie più fragili prive di un’autonoma voce, occorre procedere solo attraverso l’impiego degli strumenti normativi adeguati e rispettosi della gerarchia delle fonti, che sono gli unici atti a garantire il corretto bilanciamento degli interessi in gioco».
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