Quel record, imbattuto, di Manuela Levorato e le lezioni (di vita) che ci vengono dallo sport

Giovedì 14 Settembre 2023
Manuela Levorato

Eregio Direttore,

le scrivo solo ora perché ho aspettato che passasse un po' di tempo per non scriverle una lettera "di pancia", lasciandomi prendere dalle emozioni negative. Un'Atleta che ha gareggiato ai massimi livelli, infatti, sa mantenere il proprio autocontrollo emotivo anche dopo il ritiro dalle competizioni. Correva l'anno 1994 quando alla mia prima gara sui cento metri il Gazzettino intitolava così l'articolo del bravo Francesco Marcuglia: "È nata una stella". Il giornale fu premonitore. La mia carriera agonistica ha fatto storia! Sono l'unica velocista italiana ad essere stata sulle prime pagine dei giornali per anni e ne sono fiera perché ho fatto un record che dopo 22 anni non è stato ancora battuto ma solo "eguagliato" nonostante scarpe e piste assai diverse dalle attuali. Continuo ad esserne fiera! Il suo giornale, invece, il 25 agosto, ha pubblicato in prima pagina questo titolo: Manuela Levorato "Il mio record sui 100 metri battuto dopo 22 anni". Eguagliare non significa battere! Non passa giorno che qualcuno non mi fermi per dirmi: "ti hanno battuta eh?" No Direttore, non è stato "leale" il vostro titolo e mi permetta di dirle che se lo sottolineo è perché la lealtà e correttezza, soprattutto sportiva, sono principi che mi appartengono e che nessun giornale mi toglierà mai! Mi avete supportato quando ero all'inizio della carriera, mi avete celebrato quando ero all'apice e mi avete distrutto con poche righe!


Manuela Levorato


Cara Lettrice, gentile Manuela, abbiamo sbagliato e le chiedo scusa.

E non cercherò in alcun modo di attenuare la nostra colpa ricordando che il termine incriminato era contenuto in un titolo a una colonna, mentre il titolo a tutta pagina all'interno del giornale era assolutamente corretto. L'errore c'è e me ne assumo tutta la responsabilità. Lo faccio rendendomi perfettamente conto che alcune parole non hanno solo un significato letterale, ma un valore più profondo. Contengono dentro di sé pezzi di vita, ricordi, sensazioni, anche sofferenze.

Tra un record battuto ed uno eguagliato non c'è solo lo spazio di uno o due centesimi di secondo, ma centinaia di giornate di allenamento, tante fatiche e sacrifici, gioie e delusioni

 Come scrisse un grande giornalista, Gianni Mura, "lo sport avrà tanti difetti, ma a differenza della vita nello sport non basta sembrare, bisogna essere". E lei è stata una grande campionessa ed è ancora la primatista italiana imbattuta dei 100 metri. E non sarà un errore nel titolo di un giornale a negarle questo, tantomeno (non esageriamo) a distruggere la sua immagine e la sua carriera. Ma mi lasci aggiungere una cosa: i record, come lei ben sa, sono fatti per essere battuti. Accadrà, prima o poi, anche al suo. Ma quando succederà non sarà un dramma. Né una sconfitta per nessuno. Ma una vittoria dello sport. Che non le toglierà nulla. «I vincitori rappresentano l'uomo e la donna insuperabili. Splendono sul podio distinguendosi dal resto dell'umanità: chi arriva secondo fa parte dell'umanità», ha detto una volta Ambrogio Fogar. E si può essere fieri di se stessi e dei risultati raggiunti anche facendo semplicemente parte dell'umanità. Senza detenere record.

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