Schlein, per adesso i proclami (aggressivi) ma la sua forza è ancora tutta da verificare

Sabato 18 Marzo 2023

Egregio direttore,
incapacità, approssimazione, insensibilità, questi i trancianti giudizi espressi dalla signora Schlein sulla destra e che caratterizzano (secondo lei) l'azione del governo Meloni. Dopo "stragisti" e "assassini" vedo che i giudizi stanno migliorando: giudizi che, anche se non hanno alcun fondamento (è come dire siete "brutti" e "cattivi") sono aggettivi sicuramente più d'effetto (applausi).
Secondo me la nuova segretaria dem, quanto a parole vacue e battute ad effetto, ricalca le orme del suo predecessore Letta: vorrei sapere cosa ne pensa Lei.
Pietro Spera

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Caro lettore,
mi sembra davvero troppo presto per esprimere un giudizio su Elly Schlein come segretaria del Pd. Certamente la neo leader democratica ha portato una ventata di novità nel mondo dem uscito assai malconcio, nei numeri e nell'umore, dalle ultime elezioni politiche. Schlein ha suscitato entusiasmo e alimentato molte speranze, dentro e fuori il Pd, soprattutto alla sua sinistra. Le ragioni di tutto ciò sono facilmente intuibili: la sua giovane età, il percorso politico estraneo all'apparato di partito, il fatto di essere donna e rappresentare quindi, almeno nell'immaginario della sinistra, una risposta immediata e possibile a Giorgia Meloni.
Nel Pd e nel mondo che ruota intorno ad esso c'era una voglia di novità più che di cambiamento, Schlein l'ha interpretata e le ha dato un volto: il suo. Ma per ora non c'è stato molto altro. Con un linguaggio politico aggressivo, la scontata quanto ininfluente richiesta di dimissioni del ministro dell'Interno e i richiami ripetuti ad alcuni temi classici della sua campagna elettorale come i diritti e il salario minimo, la neo segreteria ha cercato di occupare il palcoscenico senza però affrontare i temi per lei più delicati impegnativi. Come il rapporto con le correnti del Pd e i loro capi, in particolare con chi l'ha appoggiata nelle primarie. Non basta proclamare l'altolà ai "cacicchi", come ha fatto Schlein, bisogna metterlo in pratica. E vedremo come la Schlein riuscirà a contenere il peso e il ruolo dei potentati interni abituati a condizionare segreterie e a lottizzare ogni incarico. Lo stesso vale per temi esterni più spinosi come il sostegno militare all'Ucraina. Finora la Schlein ha evitato di affrontare con chiarezza l'argomento, ricorrendo a espressioni generiche per non scontentare nessuno. Ma verrà il momento in cui dovrà dire un sì o un no. E a quel punto potremo misurare la forza della leadership della nuova segretaria del Pd.

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