Il racconto di ciò che accade in Russia e l'incolmabile differenza tra una dittatura e un paese libero

Sabato 4 Febbraio 2023

Egregio direttore,
devo farle notare che anche il suo giornale cade continuamente in contraddizione. Fino a qualche tempo fa la vulgata era che la Russia era alla frutta, non aveva più soldati, non aveva più soldi per finanziare la guerra, c'era aria di golpe. Da un po' di tempo a questa parte tutto si è rovesciato. Anche nel giornale di ieri, nella pagina dedicata alla guerra, si scrive che la Russia è forte, ha mobilitato ed addestrato 250 mila soldati, che ha gli arsenali pieni di armamenti e le tasche di soldi e che Putin rimane in sella a spronare l'orgoglio russo. Chiedo a lei: dove sono le bugie, prima o dopo? E perché sono state raccontate tante falsità? Per fare morale e convincere l'italico popolo ad esercitare la pratica che ci ha reso famosi e cioè saltare sul carro del vincitore a prescindere, senza ragionare sui fatti?

Luigi Gentilini

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Caro lettore,
gli errori e le contraddizioni fanno parte del nostro lavoro: dare notizie ogni giorno e farlo avendo a disposizione tempi ristretti espone inevitabilmente i quotidiani a questo rischio.

Nel caso della Russia però il problema è soprattutto un altro. Se nel paese di Putin ci fosse libertà di stampa; se i dati sull'economia russa fossero verificabili e certificati; se i responsabili politici ed economici del Cremlino si presentassero in conferenze stampa pronti a rispondere alle domande di tutti i giornalisti, non solo di quelli da loro selezionati (gli altri del resto hanno dovuto lasciare il Paese). Se in Russia ci fosse possibilità di manifestare il dissenso... Insomma se la Russia fosse un Paese con un livello di democrazia e di libertà anche solo accettabili, gli organi di informazione sarebbero in grado di fornire un quadro più corretto e aggiornato, nel bene come nel male, di ciò che accade in quel Paese. Invece non è possibile. Bisogna districarsi tra le veline e le false notizie fatte circolare dal regime. Bisogna affidarsi alle note più o meno riservate diffuse dai servizi segreti dei Paesi nemici, anch'esse ovviamente non imparziali e disinteressate. Bisogna interpretare le dichiarazioni o i movimenti dei vertici militari per cercare di capire l'evoluzione del conflitto. Il risultato è un quadro informativo incompleto e talvolta anche impreciso. Ma questo è inevitabile quando si deve raccontare un regime autocratico e liberticida come quello che Putin ha costruito. E questa è la differenza incolmabile che c'è tra un Paese libero e una dittatura.

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