Sì alle riforme condivise, ma una maggioranza ha il diritto (e il dovere) di votare le proprie leggi

Giovedì 5 Ottobre 2023

Egregio direttore,
autonomia, separazione delle carriere, gestione della questione migranti e ruolo dell'Italia nel Mediterraneo: di fronte a noi ci sono tante scelte sulle quali destra e sinistra non possono non differenziarsi, ma sulle quali dovrebbero cercare anche, soprattutto sui temi che hanno qualità costituente, convergenze. Ma come si fa con una come Elly Schlein che non solo pare non capire di che cosa si parla, ma quando si esprime come ha più o meno elegantemente notato Lilli Gruber non si capisce che cosa dice? Ci sono diversi esponenti del Pd, da Luciano Violante a Marco Minniti, da Vincenzo De Luca a Lorenzo Guerini, che ormai non nascondono come la loro non smentita scelta di militare nella sinistra «che c'è» non viene considerata in contraddizione con l'opportunità di trovare convergenze dialettiche con la destra «che c'è». Bisognerebbe trasformare questa attitudine in comitati e in appelli che aprano la via alle riforme costituenti di cui l'Italia e l'Europa hanno bisogno.


A.C.
Padova


Caro lettore,
siamo tutti d'accordo: ci sono materie, lei ne ha elencate alcune, per le quali sarebbe preferibile che all'interno del Parlamento si formassero ampie maggioranze e che si potesse arrivare a quelle che vengono definite nel linguaggio della politica "riforme condivise".

Tuttavia questo non può diventare un vincolo insuperabile o lo strumento attraverso cui, surrettiziamente, si blocca ogni cambiamento legislativo. Lo spirito dell'assemblea Costituente, che spesso viene richiamato, ha segnato un momento molto importante della nostra storia politica e istituzionale. Ma ciò che fu possibile quasi 80 anni fa e in quel particolare contesto di sforzo comune per la rinascita della democrazia, non è detto che possa ripetersi. Sono cambiate le condizioni generali ed è mutata la classe politica. In particolare su alcuni temi, chi è al governo deve cercare con pazienza e determinazione punti di mediazione e di convergenza con l'opposizione. Sfruttando anche la maggiore disponibilità al dialogo di esponenti o aree delle forze politiche non governative. Se si riesce a raggiungere questo obiettivo, è un risultato positivo per tutti. Ma se ciò non è possibile o se questo significa snaturare le riforme e il loro senso, la maggioranza ha non solo il diritto ma anche il dovere di portare avanti le leggi e realizzare quei cambiamenti per realizzare i quali ha chiesto il voto agli elettori. Non è un abuso di potere, è semplicemente l'esercizio della democrazia.

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