Giocatore positivo della Reyer, nessun servilismo verso gli Stati Uniti

Giovedì 6 Agosto 2020
Gent. Direttore,
sono un grande appassionato di basket e questa mattina ho letto su un sito specializzato che la società Reyer ha annunciato la positività al Covid 19 del suo giocatore Austin Daye. Per sgomberare il campo da qualsiasi illazione posso tranquillamente dichiarare che è un giocatore che adoro veder giocare. Le domande però che come mai mi pongo sono le seguenti:
- il giocatore è arrivato venerdì, con quante persone è venuto a contatto?;
- come mai la notizia è stata data con questo ritardo?;
- negli aerei provenienti dagli USA è noto che non esiste il distanziamento come denunciato anche l'altro ieri da un'ex parlamentare';
- abbiamo chiuso le frontiere, obbligando alla quarantena, i cittadini provenienti da alcuni paesi a rischio, per quello con la situazione più difficile invece continuiamo nel nostro atteggiamento servile rischiando contagi quasi certi e non facciamo nulla?
- per concludere gli organi di informazione hanno dato grande risalto alla positività di quei lavoratori provenienti dal Bangladesh che avevano però, come Daye, dei regolari contratti di lavoro, ma nel secondo caso, a mio avviso, non è stata sufficientemente diffusa la notizia.
Il mio è un intervento dettato dalla preoccupazione di mancati provvedimenti atti a circoscrivere la diffusione del virus e alla constatazione che casi simili vengano trattati con modalità diverse che, se da parte dei politici hanno dei chiari fini propagandistici-elettorali, dagli organi di stampa mi aspetterei trattati con altri fini e modalità.

Claudio Granzotto
Martellago (Ve)


Caro lettore,
non so a quali organi di stampa lei si riferisca. Alla positività al Covid di Austin Daye il Gazzettino ha dedicato un ampio articolo e un titolo in prima pagina dell'edizione nazionale. Quindi penso che le accuse di nutrire obiettivi propagandistici-elettorali non ci riguardino in alcun modo. Che poi la positività al Covid di un gruppo di persone possa avere più risalto sulla stampa di quella di un singolo, per quanto noto, non mi sembra così strano perché il rischio di contagio nel primo caso è inevitabilmente più elevato. Quanto alla diffusione della notizie relativa al contagio del giocatore della Reyer è stata data quando è stata resa nota dalle autorità sanitarie. Prima era ovviamente impossibile. Per ciò che riguarda poi l'accusa di servilismo verso gli Stati Uniti credo che vada eventualmente rivolte al governo che ha compilato la lista dei paesi da cui è proibito, per ragioni sanitarie, giungere in Italia. Ma l'adozione di misure meno severe per chi proviene dagli Usa rispetto a quelle previste per altri paesi, deriva sopratutto dalla volontà di salvaguardare, nei limiti del possibile, uno dei mercati turistici più importanti per l'Italia, quello americano appunto. Scelta che si può condividere o meno naturalmente, ma parlare di servilismo in questo caso mi sembra davvero un po' esagerato.
Ultimo aggiornamento: 15:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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