Ancora sul reddito di cittadinanza: l'istruttiva testimonianza di un famoso ristoratore napoletano

Sabato 5 Agosto 2023

Egregio direttore,
le opposizioni hanno dato battaglia per non togliere il reddito di cittadinanza e altre forme di sussidi a famiglie e eprsone in difficoltà. Resta il fatto che a giovarsi di questo aiuti ci siano anche persone che non ne hanno assolutamente bisogno, ma gari a scapito di altri. Il governo elargisce denaro pubblico senza effettuare prima le adeguate verifiche. Pertanto c'è chi lavora in nero, e arrotonda ricevendo il reddito di cittadinanza.

Emiliano Andreis
Treviso


Caro lettore,
torno a rispondere sul reddito di cittadinanza e sulle polemiche ne stanno accompagnando la sua parziale e prevista abolizione, dopo aver letto l'intervista pubblicata sul "Mattino" di Napoli al titolare di un noto ristoratore del capoluogo partenopeo, "Mimì alla ferrovia", un locale di livello, che solo negli ultimi tempi ha avuto come clienti Robert De Niro, Bono e Sting. Si tratta di una testimonianza particolarmente interessante e istruttiva perché spiega, in modo molto chiaro, come il Reddito di cittadinanza sia stato, per molti aspetti, uno strumento non solo sbagliato, ma addirittura dannoso. Anche nelle realtà, come appunto Napoli, che contano il maggior numero di percettori del sussidio e dove dunque maggiore dovrebbe essere la domanda di lavoro. Questo ristoratore racconta invece che negli ultimi anni, dopo l'introduzione del reddito di cittadinanza, era diventato pressoché impossibile trovare personale. A lui ad esempio mancavano quattro persone, due in sala e due in cucina, e non c'era stato verso di assumerle. Come altri suoi colleghi, aveva collezionato moltissimi rifiuti: gli aspiranti dipendenti più disponibili chiedevano orari ridotti e di essere esentati dalla presenza nei fine settimana. Una situazione così critica da costringere la moglie del titolare di "Mimi" a tornare a lavorare al ristorante per occuparsi della casa e da spingere un cugino quasi novantenne a mettersi a disposizione per l'accoglienza dei clienti. Ora invece, spiega il ristoratore, le cose, come d'incanto, sono cambiate. Dopo la notizia che per coloro che potevano trovarsi un lavoro (i cosidetti "occupabili") e che non avevano persone a carico, il Reddito sarebbe stato presto abolito, il clima anche a Napoli è cambiato: negli ultimi mesi è diventato più facile trovare personale da assumere. Lui ha infatti inserito nell'organico del suo ristorante tre ragazzi ventenni. Faccio una semplice domanda: perché dovremmo mantenere in vita una legge che, anche nei territori meno ricchi, allontana le persone dal mondo del lavoro e incentiva le peggiori logiche assistenzialiste?
 

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