Il prezzo del gas, il ruolo della speculazione e il discutibile concetto di solidarietà europea dell'Olanda

Martedì 30 Agosto 2022
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Egregio Direttore
che il problema energetico nazionale abbia radici in carenze storiche di misure politiche adeguate, è assodato. Ora ci troviamo immersi in un mare di guai anche perché da anni incomprensibilmente il prezzo del gas è affidato alle fibrillazioni di un piccolo mercato speculativo, come definito dal ministro dello Sviluppo economico Giorgetti, con sede ad Amsterdam. Sarebbe opportuno conoscere chi siano stati anni or sono i fautori di questa aberrazione economico-finanziaria. L'atteggiamento poi dell'Olanda nell'opporsi a misure alternative volte a ridurre il prezzo del gas a beneficio dell'Europa intera puzza di sovranismo. Lo stesso dicasi della Norvegia interessata esportatrice di gas. Anche questa è Europa!

Luciano Tumiotto
Ponte di Piave (Tv)


Caro lettore,
non è così incomprensibile che sia Amsterdam il mercato di riferimento del gas nè che oggi la speculazione abbia un peso tanto importante sul prezzo di questa materia prima. Pur essendo relativamente piccolo, nel corso degli anni, il Ttf, Title transfer facility, come si chiama il listino olandese, si è imposto come il mercato più attivo nel settore. Per capirci: nel 2021 ad Amsterdam ci sono stati scambi di gas per 53mila TWh di elettricità contro i 6mila del secondo mercato europeo, il britannico Npb, e circa mille dell'italiano Psv. E' in virtù di questi numeri che oggi l'Olanda fa il prezzo del gas in Europa. Ed occorre tener conto che quasi il 70% degli scambi che avvengono su Ttf sono cosiddetti contratti future, cioè scommesse sul prezzo futuro del gas. Senza entrare in argomenti troppo tecnici, questo significa che stiamo parlando di un mercato in cui si fanno soprattutto operazioni finanziarie più che effettivi acquisiti fisici di gas. E questo da grande spazio alla speculazione. Come se ne esce? Non è semplice. Per due ordine di ragioni. La prima è più economica. L'Europa consuma circa 450miliardi di metri cubi di gas l'anno. Di questi 150 erano forniti dalla russa Gazprom che oggi però ne garantisce solo 30-40. Mancano quindi oltre 100miliardi di metri cubi. E' probabile che nel prossimo futuro questo buco verrà colmato dagli investimenti e dagli accordi che si stanno facendo per sostituire il gas russo. Ma per ora il problema esiste e la speculazione gioca su questo squilibrio tra domanda e offerta e sul clima di incertezza. La seconda ragione è più politica. Per il ruolo dominante del suo mercato Ttf, il boom dei prezzi del gas ha fatto e sta facendo ricca l'Olanda, seppur a spese degli altri paesi europei più dipendenti da questa risorsa energetica, come l'Italia o la Germania. Ed è per questa ragione che l'Olanda si oppone fermamente ad ogni intervento per calmierare il prezzo del gas. Un discutibile concetto di solidarietà e unione europea su cui sarà il caso di riflettere anche per il futuro.
 

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