Piegare la storia alla polemica politica è sbagliato: il passato non va valutato con gli strumenti del presente

Venerdì 23 Febbraio 2024

Caro direttore,
in questi giorni il Parlamento sta votando per revocare l'onorificenza assegnata a suo tempo dalla Repubblica Italiana al dittatore iugoslavo Tito. Per quanto impopolare non condivido quest'atteggiamento di revisionismo storico a posteriori. Sia chiaro Tito fu un dittatore e un omicida seriale e la condanna di chi scrive sugli eccidi delle foibe è assoluta. Tuttavia il leader slavo fu anche un capo militare e un leader politico che concorse a sconfiggere i nazi fascisti e nell'ottica post secondo conflitto mondiale l'onorificenza poteva avere quindi un senso. Per le stesse motivazioni non concordo con quelle amministrazioni comunali che stanno annullando la cittadinanza onoraria concessa, sempre a suo tempo, a Benito Mussolini poiché quando furono elargite queste onorificenze il Duce non aveva ancora promulgato le nefaste leggi razziali, non aveva attuato l' invasione dell' Etiopia e l'alleanza "d'acciaio" con Hitler. Parimenti non concorderei se si volesse ritirare la dedica della sala consiliare del comune di Roma a Giulio Cesare perché costui contro le direttive del Senato attacco' e occupo' la Gallia. In definitiva penso che si debbano trattare i person
aggi storici con il metro di valutazione del periodo in cui vissero e non delle valutazioni politiche del presente.
Lorenzo Martini
Stanghella (Pd)


Caro lettore,
confesso che questi dibattiti sull'opportunità di cancellare o meno onorificenze, vie e piazze dedicati a personaggi "illustri" del passato mi appassionano molto poco.

Perchè penso che la politica avrebbe altro di più importante e di più concreto a cui dedicarsi. Ma soprattutto perchè questo tipo di revisionismo è quasi sempre tutt'altro che disinteressato e trasversale. È piuttosto un gioco delle parti: la sinistra chiede di cancellare riconoscimenti e onori concessi a uomini politici che appartenevano al campo avverso, la destra fa altrettanto con esponenti della parte opposta. Per gli uni come per gli altri questo tipo di iniziative celano quasi sempre un obiettivo politico molto legato al presente: quello di usare la storia per mettere in difficoltà gli avversari riaprendo le pagine più scomode dei rispettivi album di famiglia e dimostrare che certi legami (con il fascismo e con il comunismo, in particolare) non sono mai venuti del tutto meno. Sull'utilità di queste operazioni ognuno può pensarla come meglio crede. Forse però prima di aprire l'ennesima polemica sarebbe opportuno rileggersi ciò che scrisse un grande storico come Marc Bloch: «Il passato non va valutato con gli strumenti del presente: i personaggi storici vanno collocati nell'ambiente, nella mentalità e nell'atmosfera delle loro epoche».

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