Trent'anni fa Mandela tornava libero dopo 27 anni di carcere. Un personaggio straordinario. Con pessimi successori

Martedì 11 Febbraio 2020
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Caro Direttore
trent'anni fa, l'11 febbraio 1990, a 72 anni Nelson Mandela tornava in libertà, dopo 27 anni di reclusione nelle prigioni del Sud Africa dell'apartheid. Pur con luci ed ombre, pur con limiti e contraddizioni, la figura di Mandela si inserisce a pieno titolo fra gli uomini che hanno cambiato la storia. E lo ha fatto con il sorriso, il sorriso di un uomo che ha attraversato l'orrore ma ne è uscito indenne. E che, diventato Presidente, invece della strada della vendetta ha scelto quella del perdono, insegnandoci che nella storia ci sono momenti in cui per andare avanti bisogna cancellare il passato. Madiba resterà un gigante perché, con la sua vita, ha dimostrato che solo chi è disposto a sognare un mondo migliore lo cambia davvero.


Ivana Gobbo
Abano Terme


Cara lettrice,
il nome di Nelson Mandela resterà per sempre scritto nella storia, non solo sudafricana. Certamente per la sua straordinaria vicenda umana che lo ha visto diventare il presidente del nuovo Sudafrica e poi premio Nobel dopo aver trascorso 27 anni in carcere. Ma anche per aver avviato il complesso e faticoso processo di conciliazione nazionale trasformando un Paese segnato dall'apartheid nei confronti della gente di colore in una democrazia dalla comune identità nazionale. Purtroppo i suoi successori (Mandela lasciò nel 1999 la presidenza del Sudafrica dopo un solo mandato rifiutando di candidarsi nuovamente) non sono stati alla sua altezza. Il partito di Mandela, l'Anc (African national congres), è stato scosso da inchieste di corruzione che hanno anche costretto alle dimissioni alcuni dei suoi leader. La crescita dell'economia sudafricana ha subito negli ultimi anni un brusco rallentamento, i livelli di povertà sono tornati ad aumentare e gli equilibri sociali del dopo apartheid si sono incrinati facendo riemergere violenza xenofoba e nuove tensioni razziali tra popolazione bianca e popolazione nera. Ora le speranze sono riposte nel presidente Cyril Ramaphosa, ex sindacalista, considerato il vero delfino di Mandela. Ma tutto questo dimostra anche che i sogni sono importanti per cambiare il mondo. Ma ancora più importanti sono gli uomini e le loro, concrete azioni.
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