Perché deve far riflettere la vicenda della maestra punita per aver fatto recitare ai propri allievi il Padre Nostro

Sabato 8 Aprile 2023

Egregio Direttore,
confesso che comincio ad essere preoccupato per questo "integralismo". Mi riferisco al caso della maestra di Oristano, di cui voi avete data notizia, mentre i vari Tg mi sembra di no, che è stata sospesa 20 giorni con riduzione di stipendio, per essersi azzardata, prima dello scorso Natale, a far recitare alcune preghiere, per la precisione il Padre Nostra e l'Ave Maria, agli alunni. Dove si sta arrivando? Naturalmente non lo so, ma immagino che qualora la medesima maestra avesse cercato di non far parlare a scuola esponenti LGBT, sarebbe successo il putiferio, con Boldrini, Schlein e compagnia cantante, pronti a parlarne per giorni. È questa la democrazia che vogliamo? Colgo l'occasione per augurarle Buona Pasqua.

Alvise Lorenzo Sandi


Caro lettore,
confesso che quando ho letto questa notizia ho pensato ad un pesce d'aprile in ritardo o un episodio un po' ingigantito. Ho verificato invece che tutto corrispondeva al vero. La "punizione" è stata decisa dal dirigente scolastico di San Vero Milis, provincia di Oristano, dopo la protesta di due mamme, contrariate dal fatto che ai loro figli la maestra avesse fatto recitare il Padre Nostro e l'Ave Maria. Rispetto l'opinione e anche il risentimento - politico, religioso o culturale che sia - delle due genitrici. Ma mi chiedo: è davvero così strano e intollerabile che in un Paese di tradizione cattolica e in comune che, guarda caso, prende il nome da un Santo (San Vero che con ogni probabilità deriva dall'originario San Teuro, ossia San Teodoro), un'insegnante in occasione del Natale faccia recitare ai propri studenti due preghiere? È un fatto tanto grave, riprovevole o diseducativo per giovani alunni, da meritare ben venti giorni di sospensione e il taglio dello stipendio della maestra? Abbiamo spesso notizie di fatti incredibili e incresciosi che si verificano nelle nostre scuole. Raramente si registrano sanzioni tanto severe come quella comminata ad Oristano. Per arrivare a tanto ci volevano evidentemente il Padre Nostro e l'Ave Maria! In realtà, ancora una volta, ci troviamo di fronte ad atteggiamenti figli dell'assenza di un minimo di buon senso. Ma anche di un modo di pensare che, in nome di una malintesa idea del rispetto degli altri, trasuda intolleranza. Dietro una sanzione così eccessiva e ingiustificata non c'è alcuna volontà di educare al rispetto e di contribuire ad affermare una cultura del confronto e delle diversità. Ma quella di demonizzare (e quindi punire in modo esemplare) chi la pensa diversamente. Non un bell'insegnamento. Soprattutto per i piccoli studenti vittime, loro malgrado, di troppi integralismi.
Ricambio gli auguri di Buona Pasqua che estendo a tutti i lettori.

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