Gli avvisi di garanzia
e la cultura del sospetto

Giovedì 13 Marzo 2014
1
Caro direttore,

desta perplessit la recente affermazione del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi secondo cui "L'avviso di garanzia un atto dovuto, non un'anticipazione di condanna". Bisognerebbe puntualizzare che un atto dovuto agli indagati e non a tutti i cittadini. Ha ragione Marco Travaglio quando dice che "per quanto possa apparire strano, milioni di italiani non hanno mai visto un avviso di garanzia e vivono benissimo senza": ulteriore prova della diversit e della lontananza tra il mondo di certi politici e quello degli onesti comuni cittadini.


Lettera firmata

Mestre



---

Caro lettore, vero che molti milioni di italiani non hanno mai visto un avviso di garanzia. Ma ce ne sono anche tanti (uomini, donne, politici e semplici cittadini) che, l'avviso di garanzia lo hanno ricevuto, salvo poi essere riconosciuti, magari dopo diversi anni, del tutto estranei alla vicenda e innocenti. Mi chiedo e le chiedo: perch un innocente dovrebbe dimettersi, prima ancora di essere giudicato, anzi prima ancora che a suo carico emergano elementi di colpevolezza o che venga rinviato a giudizio? E chi paga per una carriera distrutta da un avviso di garanzia che resta poi senza alcun seguito giudiziario? Ovviamente nessuno. Se un politico viene raggiunto da un avviso di garanzia e ritiene opportuno dimettersi, nulla da dire: una sua scelta. Ma le dimissioni non possono diventare un obbligo. N morale n sostanziale. La giustizia una cosa, la cultura del sospetto un'altra. Il ministro Boschi ha ragione: l'avviso di garanzia non un'anticipazione di condanna. E' un atto dovuto che viene emesso dal magistrato, come dice la parola stessa, a garanzia di un cittadino per evitare che a suo insaputa vengano effettuate indagini sul suo conto. E, come noto, per ricevere un avviso di garanzia basta una denuncia. Lei ha citato Marco Travaglio. Personalmente trovo pi nobile, anche se pi impopolare, ci che ha scritto sulle pagine del Gazzettino qualche giorno fa il magistrato Carlo Nordio che pure di indagini su uomini politici ne ha condotte parecchie: Ogniqualvolta ho iscritto una personalit pubblica nel registro degli indagati sono stato colto da angoscia e irritazione: perch la legge mi imponeva di danneggiare un cittadino con un atto che avrebbe invece dovuto tutelarlo.

Ultimo aggiornamento: 13:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci