Perchè la libertà (di vaccinarsi) non è assoluta ma va conciliata con l'interesse collettivo

Venerdì 19 Marzo 2021
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Gentile direttore

sono piuttosto sorpresa dai toni e dagli argomenti della sua risposta alla lettera di Claudio Scandola e mi permetto di ricordare che attualmente non sussiste l'obbligo rispetto alla vaccinazione Covid-19. L'art. 32 della Costituzione prevede infatti dei limiti alla sua imposizione, subordinano l'obbligatorietà ad una legge formale e al rispetto della persona umana. Ricordo inoltre che, attualmente, non vi sono ancora dati definitivi sulla trasmissibilità del contagio dopo la vaccinazione e non si sa in maniera definitiva se i vaccini disponibili impediscano solo la manifestazione della malattia o anche il trasmettersi dell'infezione, come chiarito anche dall'Agenzia italiana per il farmaco. In altre parole, essere vaccinati non conferisce un certificato di libertà, tant'è che pure i vaccinati devono continuare ad adottare comportamenti di contenimento del rischio di contagiare sé stessi ed altri. Alla luce di queste considerazioni, trovo deplorevole e quasi intimidatoria la sua espressione Ma chi lo fa sappia che la società gli presenterà il conto delle sue (scellerate) scelte e dei nostri sacrifici. Nelle sue parole e nei toni avverto una pericolosa china antidemocratica. La salute è un bene prezioso, ed è un sacrosanto diritto essere consci dei propri diritti e consapevoli che ogni atto medico è foriero di rischi: l'attuale commercializzazione di tutti vaccini Covid-19 è avvenuta in via emergenziale, considerato che la sperimentazione non è ancora conclusa.

Silvana Tognetti

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Cara lettrice,

io invece non sono affatto sorpreso dei suoi toni e delle sue argomentazioni: sono quelle tipiche dei no-vax.

Anti-scientifiche nel senso più profondo e, mi consenta, pericoloso del termine. Perchè negano il valore della scienza e della medicina, in nome di un inconsistente primato del libero arbitrio e della prevalenza del dubbio. Non ha bisogno di ricordarmi che esiste la libertà di vaccinarsi: l'ho scritto più volte e ritengo che sia un principio da difendere. Ma le libertà individuali non sono assolute, vanno conciliate con l'interesse collettivo. Proprio per questa ragione sono un convinto sostenitore del cosiddetto passaporto vaccinale, cioè di un documento che attesti che una persona ha fatto la profilassi anti-Covid e, per questa ragione, può per esempio viaggiare all'estero o avere accesso a cinema, teatri, stadi. Sei lei ritiene di non vaccinarsi perché, come scrive, ogni atto medico è sempre foriero di rischi (le ricordo che anche andare in auto o in treno lo è), gli altri cittadini hanno il diritto di difendersi da chi, come lei, mette potenzialmente a rischio la loro salute e la loro vita anteponendo le proprie convinzioni personali all'interesse e il bene collettivo. È il concetto, basilare per qualsiasi comunità, della prevalenza del noi sull'io. E non è anti-democratico chi lo difende, ma chi vuole negarlo. Anche se cita la Costituzione italiana.

Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 14:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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