La sentenza del tribunale che azzerra il vertice M5s è l'atto finale della storia di un partito che non è mai nato

Mercoledì 9 Febbraio 2022
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Egregio direttore,
sono fra coloro che qualche anno fa, deluso e schifato dagli altri partiti, aveva dato il suo voto al Movimento 5stelle convinto di poter dare in questo modo una piccola scossa al sistema e far conoscere la mia protesta. Con il senno di poi devo riconoscere che mi ero illuso. Non credo rifarei quella scelta, era forse meglio astenersi. Certamente non avrei però mai immaginato di assistere allo spettacolo di questi giorni. Con il capo del movimento destituito non dal voto degli iscritti ma dalla sentenza di un giudice. Mai visto nulla del genere.
Gianni Fantin
Treviso


Caro lettore,
la sentenza del tribunale di Napoli che ha azzerato la nomina di Giuseppe Conte a capo del Movimento 5Stelle è una sorta di catarsi politica: il partito dei giudici decapitato da una sentenza.

Difficile, anche solo un anno e mezzo fa, immaginarsi questa deriva tanto per il movimento che per l'avvocato del popolo, già premier di due governi. Ma se questo esito giudiziario era imprevedibile, lo è assai meno il declino di M5s. Che non è solo una parabola discendente sul piano dei consensi. Quello a cui stiamo assistendo è un crisi politica nel senso più ampio del termine. Anche la forma partito M5s è una bolla che sta esplodendo e la sentenza di Napoli segna forse la fine di una forza politica che non è mai stata davvero tale. E' il crepuscolo di un movimento di plastica 2.0, privo di solide radici territoriali, fondato su un'illusoria democrazia diretta via social e guidato da un capo senza storia politica, assurto da zero alla guida del governo del Paese. La politica italiana ci ha abituato a (quasi) tutto. Ma ci sono leggi non scritte che non si possono cancellare o ignorare. Con gli slogan si possono raccogliere voti, ma non bastano gli slogan per costruire una forza politica. M5s non ha saputo nè voluto dare sostanza organizzativa e politica all'enorme consenso elettorale ottenuto alle elezione politiche. E' rimasto sostanzialmente assente dai territori e privo di un vero gruppo dirigente, ostaggio delle volontà estemporanee e delle intemperanze del suo fondatore e padre-padrone. Alla fine è bastata il ricorso di tre semplici attivisti a far cadere questo fragile castello di carte.

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