Dovrebbe essere la sinistra a chiedere le dimissioni del professore che definisce le foibe una «falsificazione»

Lunedì 30 Agosto 2021
1

Egregio direttore, 
Tomaso Montanari designato Rettore dell'Università per stranieri a Siena, in un articolo sul Fatto Quotidiano se l'è presa con la giornata che dal 2004 ricorda ogni 10 febbraio la tragedia delle foibe e l'esodo degli italiani da Istria e Dalmazia dopo la Seconda guerra mondiale. «Quella giornata è una falsificazione storica, frutto di battaglie revisioniste», protesta Montanari arrivando ad accusare di debolezza culturale i Presidenti della Repubblica, da Ciampi a Mattarella. Il professor Montanari, che una volta sognava di fare il leader dell'ultrasinistra, critica una legge che fu votata da tutto il Parlamento su proposta di Maurizio Gasparri e fortemente voluta e celebrata da Carlo Azeglio Ciampi. Parole, quelle di Montanari, che adesso gli possono costare la poltrona di Rettore sulla quale, almeno fino ad ottobre, non è ancora seduto.

Antonio Cascone
Padova


Caro lettore, 
sbaglierò ma temo che quelle farneticanti affermazioni non costeranno alcunché a Montanari. E aggiungo purtroppo. Non perché abbia qualcosa di personale con quel professore. Ma per due altri motivi. Il primo. Perché il rettore di un'università dovrebbe dare prova di equilibrio anche nei giudizi storici. E affermare che la giornata che ricorda le foibe è una falsificazione storica è tutto fuorché un giudizio equilibrato. È invece una solenne stupidaggine che dà voce al circo risentimento di una certa sinistra che si rifiuta di accettare quella che è ormai una realtà storica: il massacro di tanti innocenti da parte dei partigiani comunisti titini e non solo. La seconda ragione è più legata all'attualità. La sinistra ha chiesto e ottenuto le dimissioni del sottosegretario Durigon per la sua maldestra e sbagliata richiesta di intitolare un parco ad Arnaldo Mussolini. Sarebbe un segno di maturità e civiltà politica se la stessa sinistra chiedesse ora un passo indietro anche al professor Montanari per le sue improprie parole sulle foibe. Avremmo finalmente l'impressione di vivere in un paese dove non vige più la regola dei due pesi e due misure. E dove gli errori e le parole fuori luogo si pagano. Anche se a pronunciarle è un intellettuale di sinistra.
Pagina 22 di 40
      
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci