La "lettera alla professoressa" di una mamma e le risposte che la scuola dovrebbe dare

Giovedì 13 Luglio 2023

Caro Direttore,
oltre alla scuola di Rovigo che con troppa indulgenza promuove chi ha sparato in classe alla professoressa, c'è anche una scuola di Mirano (Venezia) che boccia con la massima leggerezza e disinvoltura al di fuori di qualsivoglia umana solidarietà, realtà e lealtà. Le allego la "lettera alla professoressa" da me inviata alla dirigente di quella scuola, rimasta finora (e per sempre, ne sono convinta) senza riscontro.
Gentile Professoressa,
scrivo questa lettera per esprimere la mia profonda delusione nei confronti di una scuola che non si è dimostrata all'altezza del suo ruolo e dei suoi fini, uno dei quali dovrebbe essere "l'accoglienza e l'integrazione ai fini del superamento delle difficoltà e dei disagi", come scrivete sul vostro sito. Una scuola dove è assente la sensibilità, l'umanità, l'attenzione al caso particolare. Mio figlio Daniel ha perso il padre pochi giorni prima dell'inizio dell'anno scolastico appena concluso e, di conseguenza, il primo quadrimestre non è stato in grado di concentrarsi sullo studio e si è ritrovato con 5 materie insufficienti. Durante il secondo quadrimestre ce l'ha messa tutta e con grande sacrificio e impegno è riuscito a recuperare 4 materie su 5. Questo ha implicato un enorme sforzo da parte sua in quanto comunque stava (e sta) vivendo un grande dolore, ma questo suo grande impegno non gli è stato minimamente riconosciuto, la sua situazione personale non è stata affatto valutata. I professori delle materie insufficienti erano tutti nuovi e io proprio per questo avevo avuto un colloquio con la coordinatrice in cui avevo chiesto di trasmettere a questi nuovi insegnanti la particolarità del momento e, soprattutto, di far loro sapere che mio figlio nel biennio non aveva mai avuto una materia insufficiente. La coordinatrice mi aveva assicurato che l'avrebbe fatto e che mi avrebbe tenuta informata, ma invece non mi ha più contattata. Pur essendo a conoscenza delle lacune di Daniel mi sarei aspettata un po' di comprensione e sensibilità, al posto di bocciarlo non si poteva considerare di dargli 3 materie a settembre visto che in due materie era quasi arrivato alla sufficienza? Daniel non si meritava di ricevere un'altra batosta, da una scuola che dovrebbe formare e non punire: quale insegnamento dovrebbe trarne Daniel? Che l'importante è solo il voto a prescindere da tutto il resto? Mi chiedo cosa sia diventata la scuola. Un altro, l'ennesimo, algoritmo che regola le nostre vite in modo del tutto asettico e arido? Vorrei suggerire a quei professori che non hanno fatto alcuno sforzo per comprendere le vicissitudini umane e psicologiche che mio figlio ha vissuto, di leggere e riflettere con un po' di umanità, il libro scritto da don Lorenzo Milani intitolato "Lettera ad una professoressa". Mio figlio adesso cambierà scuola. Entrambi nutriamo la speranza di trovare un ambiente più accogliente e sensibile.
Distinti Saluti


Elisabetta, mamma di Daniel
Venezia


Cara lettrice,
non voglio entrare nel merito dell'esperienza, doppiamente dolorosa, che ha vissuto suo figlio.

Ma credo sia giusto pubblicare la sua testimonianza. Perché una istituzione importante come la scuola deve essere capace di riflettere, se necessario anche in modo autocritico, sul valore di parole importanti come insegnamento e formazione. Di cosa significhino oggi e di come vadano declinate nella realtà. Con la speranza che chi finora non ha dato riscontro alla sua "lettera alla professoressa", ci ripensi. Ottenere una risposta non è un'opzione, è un suo diritto.

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