La fiducia è il carburante necessario
per la ripresa economica e sociale

Mercoledì 31 Dicembre 2014
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Caro direttore,

ci lascia un anno da non rimpiangere, in recessione, con pochi euro in tasca a pagar gabelle, una disoccupazione milionaria, una corruzione senza confronti, con un presidente della Repubblica in odor di dimissioni. A ciò si aggiungano le catastrofi naturali. La stabilità di Renzi piace solo a lui, e la presenta come una virtù. Grande malumore tra i cittadini, stanchi di una classe dirigente impegnata in urla e schiamazzi. La banalità oramai ha contagiato come ebola, e non esistono antidoti. Un anno finito in mare, con un traghetto bruciato e un numero imprecisato di morti, e un aereo malese finito nell’oceano. Faccio fatica a trovar dell’ottimismo nell’anno che sta per lasciarci. E temo che l’anno che verrà non riservi miglioramenti. Solo qualche riccone rimarrà indifferente alle paturnie del popolino. Evadere vuol dire sempre mi piace.




Gigi Berti

Rovigo





Caro lettore,

non so davvero cosa ci riserverà il 2015. Ma ricordo che un noto pensatore era solito suggerire ai suoi uditori questa regola di vita: "Non diventare mai pessimista: un pessimista l'azzecca più spesso di un ottimista, ma un ottimista si diverte di più". Battute e citazioni a parte, capisco perfettamente che non è semplice, nei tempi in cui viviamo, proporre un atteggiamento sereno verso il futuro. Ma ho anche l'impressione che gli italiani abbiano un'eccessiva attitudine a piangersi addosso e a dipingere a tinte fosche tutto ciò che li circonda. Non penso sia l'atteggiamento più utile ne più giusto.



L'ottimismo è certamente un lusso che molti oggi non possono permettersi. Ma se abbiamo il dovere di essere consapevoli delle difficoltà che stanno di fronte a noi e del rischio che l'Italia imbocchi la via del declino irreversibile, abbiamo anche il dovere di reagire e di fare, ciascuno per la propria parte, tutto ciò che è possibile per sfuggire a questo non inesorabile destino. Affliggersi con il pessimismo non serve a nulla. Se non a ridurre la quota di fiducia, che è il carburante necessario per ogni ripresa, economica e sociale. Ecco, se dobbiamo immaginare un augurio per il prossimo anno, è proprio questo: confidare che l'Italia possa ritrovare fiducia in se stessa e nella propria capacità di reagire e di cambiare. Non dobbiamo e non possiamo rassegnarci al declino. Buon 2015 a tutti.

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