Ogni governo va giudicato sui fatti ma, per favore, basta favole sulla democrazia diretta

Giovedì 5 Settembre 2019
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Egregio direttore,
non avrei mai pensato che il nuovo governo dipendesse da un si od un no di solo 115.372 iscritti, supposto che tutti possano farlo. Avrei preferito sapere con quale programma, concordato fra le forze politiche, il professor Giuseppe Conte si presenterà al Presidente della Repubblica per sciogliere la riserva, senza il consenso o no di pochissimi elettori italiani. Forse il Parlamento è subordinato ad una porzione del movimento 5 stelle? Che ne dice?
Ignazio Zoia
Padova


Caro lettore,
questo governo, come tutti i governi, andrà giudicato sui fatti. Cioè per quello che farà e anche per quello che non farà. C'è sempre un momento in cui i pregiudizi (legittimi, naturalmente) devono lasciar spazio ai giudizi. Ma, con rispetto per tutti coloro che hanno partecipato alla votazione on line sulla piattaforma Rousseau, continuo a non riuscire a considerare un momento di alta democrazia il sondaggio on line pentastellato che ha preceduto la nascita di questa anomala maggioranza. Che i leader di M5s presentino il voto sulla piattaforma Rousseau come uno straordinario evento di portata persino mondiale non sorprende: fa parte del gioco e, come abbiamo ben visto, nel mercato della politica italiana, di questi tempi, le parole hanno un valore assai relativo. Ciò che oggi è vero, domani lo può essere un po' meno. Ma è davvero difficile trasformare una vicenda politica così opaca, trascinatasi tristemente senza essere preceduta da alcun dibattito pubblico, in un evento destinato a fare storia. La realtà è un po' più prosaica e assai meno entusiasmante. Il gruppo dirigente di M5 stelle voleva evitare a tutti i costi, per evidenti ragioni, il voto. Per farlo, senza coinvolgere preventivamente in alcun modo la sua base e i suoi iscritti, ha cambiato partner di governo, cioè linea politica, alleandosi con il partito che fino a poco tempo prima considerava il suo peggior nemico. Ha duellato con il Pd per aver un vice premier (senza riuscirci) e un bel plotone di ministri e ha anche definito un generico programma. Poi, per dimostrare che il Movimento è comunque diverso dagli altri partiti, si è appellato on line (con modalità e regole che restano in larga parte misteriose) ai 115 mila iscritti alla piattaforma Rousseau. Che hanno ratificato ciò che altri, cioè i capi, nelle segrete stanze, avevano già deciso. E questa sarebbe la democrazia diretta?
Ultimo aggiornamento: 13:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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