Quel convegno sulla Giornata del Ricordo e l'incapacità di una parte della sinistra di fare i conti con la propria storia

Venerdì 11 Febbraio 2022
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Egregio direttore,
apprendo che a Siena proprio nel Giorno del Ricordo, il rettore dell'Università per stranieri professor Tomaso Montanari ha organizzato un convegno dall'emblematico titolo: Uso politico della memoria e revanscismo fascista: la genesi del Giorno del Ricordo, a cui tra l'altro avrebbe partecipato anche un professore dell'Università di Padova, Filippo Focardi. Provengo da una famiglia di esuli e forse per questa ragione ho su questi temi una particolare sensibilità. Ma non riesco a non pensare che un convegno con questa impostazione, perdipiù promosso da un'università pubblica, sia una vergogna. Vorrei conoscere il suo parere.


A.L.
Udine


Caro lettore,
gli organizzatori del convegno di Siena si sono difesi dalla critiche sostenendo che è dovere degli storici fare ricerca e accusando anche chi li ha contestati di non avere una coscienza democratica.

Ora non ci sono dubbi che dovere della storia sia indagare a 360 gradi sul passato senza pregiudizi nè condizionamenti. Ma il punto è proprio questo: il titolo di quel convegno (lo ricordiamo: Uso politico della memoria e revanscismo fascista: la genesi del Giorno del ricordo) è già una sentenza. Contiene in sè già la risposta, non pone dubbi o domande. Ed è una risposta rivelatrice dell'incapacità della sinistra post-comunista di fare i conti con la propria storia e con le lacerazioni vissute dal nostro Paese. Invece di affrontare pagine scomode e drammatiche con il necessario coraggio intellettuale, si compie un'operazione di segno esattamente opposto. Si organizzano convegni per esorcizzare il Giorno del Ricordo affiancandogli l'aggettivo fascista e per derubricare a propaganda quello che dovrebbe invece rappresentare un importante momento di riflessione su alcune delle pagine più vergognose e tragiche del 900 italiano. Con tutto il rispetto per gli accademici che vi hanno preso parte, c'è un'unica verità storica che il convegno senese ci può consegnare. La certezza che se fosse stato per Montanari e altri come lui, il Giorno del Ricordo in Italia non sarebbe mai esistito. E la memoria delle foibe e dell'esodo forzato dalle loro terre di 350mila istriani, dalmati e giuliani dopo la Seconda guerra mondiale, sarebbe stata rimossa dalla coscienza collettiva o sepolta nelle viscere della terra. Come del resto è accaduto per lunghi decenni.

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