I giornalisti non sono pagati con soldi pubblici e non basta essere noti per avere i doveri dei politici

Domenica 15 Dicembre 2019
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Egregio Direttore,
ho letto oggi la sua risposta alla sig.ra Flora Dura e non sono per niente d'accordo con lei. Lei scrive che le modalità con cui un uomo politico acquista casa rivestono o possono rivestire un interesse pubblico e dice poi che dove abita o come arreda la sua casa un giornalista è un fatto privato. Sono due cose diverse come uno si compra una casa e dove uno abita (ma la casa di Formigli è di sua proprietà? E quanto l'ha pagata?) ma c'è un fatto che non può sfuggire, ed è che nel caso specifico entrambe sono persone molto note, che suscitano curiosità, perciò non è anomalo un certo interesse per Formigli, fustigatore altrui, che deriva anche dal fatto che egli percepisce un lauto compenso, pagato con i nostri soldi. Formigli non si può certo definire un giornalista che fa domande! Egli costruisce narrazioni ad arte, con tagli politici ben precisi e lo fa solo per portare acqua al mulino dei suoi referenti. Non esistono secondo me persone note o famose esentabili da controlli della pubblica opinione, specialmente coloro che dal pubblico ricevono il loro stipendio. P.s. Detesto Renzi al pari di Formigli.
Claudio Scandola


Caro lettore,
può ritenere Corrado Formigli un pessimo o un ottimo giornalista. Può considerare insopportabile il suo programma e detestarlo. Un fatto è però certo: Formigli non è pagato con i nostri soldi visto che lavora per una televisione privata, La7, di proprietà di Urbano Cairo e non dello Stato. Ma, in ogni caso, la mia risposta parlava di altro. Non era una difesa del conduttore di Piazzapulita né del suo programma. Era solo la difesa di un duplice principio. Il primo: chi fa politica, in particolare chi ricopre o ha ricoperto importanti incarichi pubblici, ha un dovere di trasparenza superiore a quello di un normale cittadino. Non perché suscita curiosità ma perché ha deciso di rappresentare il popolo ed è quindi tenuto a render conto di una serie di suoi comportamenti a chi rappresenta. Non a caso chi ha un incarico pubblico è tenuto a rendere pubblici ogni anno i suoi redditi e le sue proprietà. Ciò non vuol dire che un politico non abbia un suo diritto alla privacy. Ce l'ha e va difesa con rigore. Ma non può sorprendersi se, per esempio, l'acquisto di una casa da 1,3 milioni o un prestito senza interessi di 700mila euro da parte di un imprenditore, diventano materia di dibattito e di interesse nell'opinione pubblica. Il secondo principio è che però non basta essere noti e suscitare, come dice lei, curiosità perché la propria via privata possa essere messa in piazza. Quanto un privato cittadino, famoso o meno, abbia pagato la sua abitazione, come l'abbia ammobiliata o dove viva sono affari suoi. Può forse interessare l'Agenzia delle entrate. Non deve interessare i social. Alimentare l'invidia sociale e il voyeurismo di massa non è un modo per contribuire alla trasparenza, ma alla degenerazione della nostra società.
Ultimo aggiornamento: 14:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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